È durata appena un mese la pazienza del Comitato Vittime della Pubblica Amministrazione, che il 12 aprile scorso aveva desistito dall’intenzione di chiedere la nomina di un nuovo consulente tecnico della procura per l’accertamento delle cause della morte di Giuliano Catozzi, deceduto a Cona nell’agosto del 2015 per un sospetto caso di legionella, dichiarando una “rinnovata fiducia” nei confronti della magistratura e “auspicando una imminente chiusura delle indagini”.
Mercoledì mattina (15 maggio) il presidente del comitato Aldo Ferrante si è infatti presentato davanti al tribunale di Ferrara per “denunciare pubblicamente l’inerzia della procura”, chiedendo “risposte certe e definitive” sui motivi della morte di Catozzi. A scatenare la rabbia del comitato è stato un incontro effettuato con il capo procuratore Andrea Garau, che secondo Ferrante avrebbe riferito di “non essere a conoscenza dello stato delle indagini sul caso Catozzi”.
Un’affermazione che il presidente del comitato giudica “quantomeno singolare. Non è infatti possibile che il procuratore capo di Ferrara non conosca i termini di una vicenda di cui si sono occupate le reti televisive nazionali e locali, quotidiani e periodici e condita da reiterate dichiarazioni pubbliche di denunce alla Procura Genrale, al Csm e al ministro della giustizia contro la procura di Ferrara”. E alla luce di ciò, Ferrante chiede alla procura “risposte certe e definitive” sul caso Catozzi, per evitare il rischio di una prescrizione che renderebbe inutile l’eventuale processo sulle responsabilità del decesso.
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