Cronaca
8 Maggio 2019
Formalizzate le accuse anche per Antonio Simone che fu uno dei due arrestati a metà febbraio poco prima di un colpo a un compro oro di corso Porta Mare

I carabinieri chiudono il cerchio sui rapinatori di farmacie

Antonio Simone
di Redazione | 2 min

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Antonio Simone

Antonio Simone

I carabinieri del Norm hanno chiuso il cerchio sulla “coppia d’assi” che tra gennaio e febbraio ha compiuto tre rapine a mano armata a Ferrara, due nella farmacia comunale di Pontegradella e una in una tabaccheria di via Putinati.

A carico di uno degli arrestati a febbraio, Antonio Simone, 38 anni, formalmente non era stata contestata la partecipazione ai colpi. Le risultanze investigative raccolte in questi mesi dai militari hanno permesso però di attribuire anche a lui – oltre che al complice Roberto Guerra – la titolarità di tre rapine ed una tentata rapina, alcune delle quali commesse in concorso, rispettivamente nel pomeriggio e nella serata del 4 gennaio ai danni di un istituto di credito di Ficarolo (RO) e alla farmacia di Pontegradella, poi alla tabaccheria di via Putinati il 31 gennaio e, infine, di nuovo alla farmacia di Pontegradella il 1° febbraio.

Simone e Guerra vennero arrestati dai carabinieri (con l’aiuto di un militare in pensione) il 13 febbraio in prossimità di un compro oro di corso Porta Mare mentre si aggiravano con fare sospetto a bordo ciascuno di una bicicletta. In quella occasione a carico di Simone furono formulate solo le ipotesi di reato di evasione (perché, in teoria, avrebbe dovuto essere ai domiciliari a Cento), ricettazione, porto abusivo di arma da fuoco e detenzione abusiva di munizioni poiché trovato in possesso di una pistola Beretta calibro 22, munita di caricatore con 7 colpi, oggetto di un furto avvenuto a Foggia nel 2011.

Per Guerra invece si aprirono le porte del carcere per il reato di rapina aggravata poiché, attraverso oggettivi riscontri investigativi (basati sui capi di abbigliamento indossati, sulle caratteristiche antropometriche quali altezza, corporatura, sull’autovettura utilizzata, una Lancia Y) fu ritenuto responsabile delle rapine.

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