Politica
1 Maggio 2019
"L'Europa che vogliamo" sarà ospitato a Casa Cini il 3 maggio alle 21. Pastorello, Acli: "Non bisogna perdere la visuale che ci può offrire il modello europeo"

Fra europee e amministrative, il mondo cattolico accende i fari sull’Europa

di Redazione | 2 min

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“Bisogna non perdere la visuale più ampia che ci può offrire il modello europeo per la pace, per l’uguaglianza e per il lavoro. E’ importante che il cittadino elettore sappia che il futuro passa per l’Europa”.

Con queste parole il presidente dell’Acli provinciale Paolo Pastorello introduce “L’Europa che vogliamo”, dibattito promosso dalle associazioni cattoliche che si accenderà venerdì 3 maggio dalle 21 a Casa Cini, in via Boccacanale di Santo Stefano. Alla serata parteciperanno attivamente il presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo Giorgio Anselmi, il responsabile degli Affari internazionali delle Acli nazionali Matteo Bracciali e Nicolò Pranzini, membro del Comitato europeo dell’Organizzazione mondiale Scautismo.

“L’appuntamento del 26 maggio delle europee rischia di essere dimenticato perché sommerso dalle amministrative, invece riteniamo sia cruciale per tutti noi cittadini” evidenzia Chiara Ferraresi, presidente dell’Azione Cattolica, che aggiunge: “Il cammino di unificazione, per noi, è necessario orientarlo secondo alcune prospettive, tratte dal manifesto “Europa che vogliamo” di Retinopera. Sono cinque punti, tre davvero cruciali: un’Europa democratica e partecipativa contro lo scollamento che viviamo fra popoli e istituzioni; un’Europa del valore umano del lavoro e del lavoro per tutti; un’Europa del terzo settore, dell’associazionismo e della solidarietà”.

Anche Giancarlo Calzolari del Mfe rimpingua, affermando che “l’Europa federale è l’unica strada da percorrere per salvare il nostro futuro”, e svelando che “per la prima volta lo dicono uniti anche Confindustria e i tre sindacati maggiori”.

Le redini del dibattito saranno tenute  da Guglielmo Bernabei di Ferrara Bene Comune, che ricoprirà il ruolo di moderatore dell’incontro. “Riteniamo – spiega – che l’Europa debba ripartire dalle autonomie, in primo luogo dei Comuni. Con il tempo la centralità dei Comuni si è scollata e non ha adeguata rappresentanza in Europa ma per cercare di superare il distacco con l’Europa dei burocrati, dell’alta finanza e lontana dai cittadini, bisogna ripartire dai Comuni che devono portare la loro voce in Europa”.

Il 3 maggio, insomma, si viaggerà sul doppio binario che porta alle amministrative e alle europee del prossimo 26 maggio. E sarà una sorta di antipasto di quello che accadrà il 16 maggio, quando i candidati sindaci saranno chiamati al confronto dal mondo cattolico a San Benedetto. 

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