Politica
26 Aprile 2019
Secondo il sindaco “per qualcuno questa giornata sarebbe superata e divisiva” e attacca M5S e Lega

25 Aprile. Tagliani: “Festa oggi più necessaria che mai”

di Redazione | 3 min

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Oggi non è giorno di memoria di un avvenimento o una ricorrenza, questa giornata è quella voluta dalla Repubblica come festa di un popolo che si è liberato, che ha sciolto le catene di un ventennio di dittatura, «riscatto di un popolo» l’ha definita il presidente Sergio Mattarella, ed in effetti non è festa della libertà, ma della Liberazione”. Così il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, si è rivolto nel suo messaggio di saluto in occasione delle celebrazioni della Festa della Liberazione che si sono svolte in mattinata davanti al Duomo.

La cerimonia si è aperta con l’alzabandiera sulle note dell’Inno di Mameli e della Canzone del Piave alla presenza delle autorità civili e militari e delle associazioni combattentistiche. Il prefetto, Michele Campanaro, ha reso omaggio ai caduti in guerra deponendo al sacello della Torre della Vittoria una corona d’alloro.

Successivamente si sono susseguiti gli interventi di Gianluca Sandri (Consulta provinciale degli studenti), Giorgio Pancaldi (Associazioni combattentistiche), Marco Ascanelli (Anpi) e, appunto, del sindaco Tiziano Tagliani tutti tesi nel ribadire quanto il 25 Aprile sia una “festa viva, attuale e non divisiva”.

Una azione di popolo – ha ripreso Tagliani – che ha rotto con il passato fascista. un passato costellato di intimidazioni e bastonate prima e terminato poi con gli eccidi senza processo di nostri concittadini inermi lungo questo corso Martiri, al Doro alla Certosa un passato che nello sforzo di creare consenso ha creato nemici dentro i confini con le leggi razziali contribuendo attivamente con i nazisti a rastrellamenti e deportazioni di migliaia di italiani, donne e bambini, soppressi nei lager un passato che per mantenere il consenso ha rotto le alleanze con le democrazie europee ed ha trascinato l’Italia in una guerra disastrosa che ha completamente distrutto il paese. Qualcuno oggi non si vergogna neppure, come dovrebbe, di rimpiangere questo passato”.

Secondo il sindaco “per qualcuno questa giornata sarebbe superata e divisiva e non è presente nelle piazze, non per me, non per Ferrara, che ben ricorda questo passato, lo ha studiato sui documenti e sulle lapidi. Non è superata, anzi più necessaria che mai, oggi che quotidianamente assistiamo a provocazioni che nulla hanno di folkloristico: tifoserie inneggianti pubblicamente al Duce e razziste croci uncinate dipinte sulle nostre scuole, ma anche una continua intimidazione verso il dissenso attraverso ingiurie e minacce sui social media”.

Tagliani sposta la visuale alla politica italiana, e in particolare al governo gialloverde, dove “importanti decisioni parlamentari affidate a piattaforme tecnologiche delle quali si è dimostrata la inaffidabilità” e dove vede “una persistente campagna tesa a negare i diritti fondamentali dell’uomo, il diritto internazionale, fino a giungere a temere una sanguinosa guerra in Libia solo perché provoca “orde di immigrati”. Una politica oscillante fra secessioni del nord con la abolizione dei prefetti e centralismo assoluto che vuole i sindaci commissariati da questi ultimi a seconda delle convenienze”.

“Se questo è il nostro tempo – conclude -, se la storia d’Italia e d’Europa viene studiata nelle nostre scuole è esattamente per questa ragione: per rendere ciascuno di noi, cittadini con diritti e doveri, capaci di leggere la cronaca e di comprendere quando viene il momento per esprimere liberamente il nostro giudizio”.

La cerimonia si è poi spostata nella Chiesa di Santo Stafano, supplente in questi mesi del Duomo chiuso per restauri, dove si è tenuta una messa in suffragio dei caduti. La celebrazione ufficiale si concluderà nel pomeriggio attorno alle 17 con la cerimonia dell’ammainabandiera.

Per tutta la giornata è visitabile presso il muretto del Castello Estense la mostra “Per non dimenticare”, a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea, che racconta le storie degli undici cittadini ferraresi uccisi nella notte tra il 14 e il 15 novembre 1943, la tristemente famosa “lunga notte”.

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