di Andrea Mainardi
Se la Spal fosse una casa, Jasmin Kurtic sarebbe senza dubbio una delle sue travi portanti, sotto la quale rifugiarsi soprattutto durante i ‘terremoti’ che certo non sono mancati in questo campionato iniziato proprio con la sua ‘cannonata’ capace di sconfiggere il Bologna all’esordio.
Non è un caso infatti che il momento più complicato della stagione biancoazzurra iniziato a cavallo tra ottobre e novembre, sia coinciso con la sua assenza. La personalità e le indubbie doti tecniche dell’ex Atalanta infatti sono risultate subito indispensabili sin dal suo arrivo un anno e mezzo fa nello scacchiere di mister Semplici, che tutt’oggi lo ritiene inamovibile nell’undici titolare.
Cinque gol e tre assist è il suo bottino fino ad ora, in una stagione che gli ha anche regalato la gioia della paternità: “Ad ogni persona cambia la vita quando nasce un figlio – racconta Kurtic – è una cosa meravigliosa che mi dà ulteriore responsabilità. Ogni cosa che faccio è per lui e per la mia famiglia, a partire da quando scendo in campo. Sapevo che la società aveva grande fiducia nei miei confronti, ho detto subito di sì quando ero a Bergamo. I primi sei mesi sono serviti per ambientarmi ed ora sto veramente bene qui e sono molto contento”.
La Spal sta macinando punti su punti, mettendosi sempre più in evidenza nella geografia calcistica italiana: “Nessuno si aspettava di vincere cinque delle ultime sei partite, sapendo anche soffrire in gare difficili come quella di Frosinone. Abbiamo raggiunto un qualcosa di non ancora definitivo e dobbiamo lavorare per centrare la salvezza, infatti non abbiamo mai avuto ancora la sensazione di aver già fatto qualcosa”.
Nella testa di una squadra che si deve salvare e combattere “non deve mai entrare questo pensiero perché rischia di essere pericoloso. Ho vissuto situazioni simili, nelle quali pensavamo di essere già salvi ma si è poi rimesso tutto in gioco. Abbiamo sicuramente fatto un bel passo in avanti ma dobbiamo essere consapevoli che ci sono ancora ben quindici punti in palio”.
La salvezza non è ancora cosa fatta ma il gruppo e l’ambiente mostrano una coesione sempre più granitica:“Nello spogliatoio non parliamo molto di punti o classifica, ci lavoriamo e alla domenica sappiamo cosa dobbiamo fare. Se in campo siamo quelli che dobbiamo essere è dura essere, almeno un punto lo portiamo a casa. Ci sono state delle partite dove è normale che i tifosi chiedessero di più da noi. Noi abbiamo tanti attributi ed in queste ultime sei partite lo abbiamo dimostrato, la tifoseria è meravigliosa ed è sempre stata con noi nei momenti difficili. Quando sono arrivato il momento non era dei più facili e sono stato trattato come un giocatore importante ma, in una squadra che deve lottare per la salvezza, non mi sento tale. Sono come tutti gli altri e gli obiettivi li abbiamo raggiunti tutti assieme da squadra”.
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