Politica
23 Aprile 2019
Lo rivelano Silvia Piccinini e Davide Zanichelli del M5S. La Bologna-Portomaggiore è tra le linee meno affidabili con la bellezza di 296 cancellazioni

Treni regionali, pendolari lasciati a piedi 1.364 volte nel 2018

di Redazione | 3 min

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Più di 1.300 treni soppressi soltanto nell’ultimo anno, con alcune linee che viaggiano con la media di una corsa saltata al giorno: è questo il desolante quadro delle linee regionali ferroviarie gestite direttamente dalla Regione attraverso Fer e Tper. A svelarlo è Silvia Piccinini, consigliera regionale del MoVimento 5 Stelle, che dopo aver portato alla luce i ritardi abissali con cui i pendolari emiliano-romagnoli devono fare i conti quando salgono su un treno di una delle 9 linee regionali (115 mila minuti accumulati soltanto nel 2018) adesso con un accesso agli atti è riuscita a sapere quale sia il grado di affidabilità degli stessi convogli.

Secondo i dati forniti da Fer nello scorso anno sono state 1.364 le corse soppresse e che hanno lasciato letteralmente a piedi i pendolari della nostra regione. In media si tratta di 151 corse saltate all’anno per ognuna delle tratte gestire dall’Emilia-Romagna (la Parma-Suzzara, Suzzara-Ferrara, Ferrara-Codigoro, Bologna-Portomaggiore, Bologna-Vignola, Modena-Sassuolo, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo e Reggio Emilia-Ciano) con un aumento del 5,54% rispetto al 2017 e addirittura del 25% rispetto al 2014, anno di insediamento dell’attuale giunta guidata dal presidente Stefano Bonaccini. “Visto che la premiata ditta Bonaccini&Donini continua a ripetere che da quando governano loro la situazione dei pendolari emiliano-romagnoli è migliorata, ci chiediamo come si possa continuare a sostenere una tale corbelleria visto che tutti i dati, sia quelli che riguardano i minuti di ritardo che quelli sui treni soppressi, dicono esattamente il contrario. Si tratta dell’ennesimo e chiaro segnale del fatto che la Regione non vede l’ora di sbarazzarsi delle linee regionali per poter continuare a puntare sulla cura del cemento – aggiunge Davide Zanichelli, portavoce M5S alla Camera – Ci sono linee, come per esempio la Modena-Sassuolo, dove nel 2018 in media è saltata in media quasi una corsa al giorno (361) con un peggioramento notevole rispetto al 2017 (+45%) e un crollo abissale rispetto al 2014 (+97%)”.

Nel dettaglio per Parma-Suzzara i treni soppressi nello scorso anno sono stati 95, per la Suzzara-Ferrara 89, mentre la Ferrara-Codigoro ha fatto registrate la cancellazione di 67 corse. La Bologna-Portomaggiore è tra le linee meno affidabili di tutta la regione con la bellezza di 296 cancellazioni in un anno, seguita dalla Bologna-Vignola con 218 e la Reggio Emilia-Guastalla con 165 che ha fatto registrare un aumento di soppressioni di ben 3 volte dal 2014. Più contenuto il dato della Reggio Emilia-Sassuolo con sole 28 soppressioni nel 2018 mentre per la Reggio Emilia-Ciano sono sparite quasi quattro corse al mese (45) con un aumento del 36% però rispetto al 2017.

“Visto che una parte predominante delle cause che hanno portato alla soppressione e cancellazione di queste corse è rappresentata sia da problemi legati sia al materiale (rotabile che fa capo a Tper, che all’infrastruttura vera e propria (di competenza Fer), crediamo che le responsabilità della Regione davanti a questo ennesimo disastro della nostra mobilità ferroviaria siano evidenti – aggiungono Piccinini e Zanichelli – Nonostante le tante promesse fatte da Bonaccini e dall’assessore Donini sul miglioramento del nostro sistema ferroviario regionale di fatto, investendo cifre ridicole sul ferro, stanno obbligando i pendolari emiliano-romagnoli a viaggiare su treni in perenne ritardo e che spesso non riescono proprio a partire, obbligandoli così a ricorrere a bus sostitutivi o, peggio, alla propria auto per poter recarsi al lavoro, a scuola o all’università. Una situazione che ogni giorno contribuisce ad aggravare ancora di più la pessima qualità dell’aria che respiriamo in Emilia-Romagna” concludono gli esponenti del MoVimento 5 Stelle.

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