Comacchio
23 Aprile 2019
Il delegato al Territorio Cristiano Corazzari taglia le gambe alla proposta del governo di centrosinistra: "Bene fare rete, ma manterremo la governance regionale"

Parco del Delta, l’assessore veneto boccia l’interregionale: “Troppo diversi”

di Redazione | 2 min

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Comacchio. “Quattro quinti del Delta del Po sono in territorio Veneto, ed è lì che resterà il Parco”. È tranciante il niet al Parco Unico dell’assessore regionale della Regione Veneto Cristiano Corazzari, delegato al Territorio e nei giorni scorsi ospite delle pagine de La voce di Rovigo. Una nuova doccia fredda per i sostenitori del progetto unitario, ancor più agognato da quando l’intera area si è unita sotto la bandiera del riconoscimento Mab Unesco.

Nell’annosa questione legata alla struttura del Parco del Delta del Po, dalle parti di Venezia proseguono i preparativi per dotare il Parco regionale veneto di una nuova governance, tra nuovo presidente e un consiglio che coinvolga sindaci, associazioni, ambientalisti, operatori economici e turistici. “Solo così si può crescere” commenta Corazzari, che boccia senza tanti giri di parole la proposta del governo di centrosinistra di un parco interregionale: “Da sempre abbiamo puntato sull’autonomia del Veneto – spiega -, siamo aperti a collaborazioni e sinergie con il Delta ferrarese, ma siamo assolutamente certi e determinati a voler mantenere il parco in Veneto”.

Alle diversità di colore politico si accompagnano diversità territoriali, fa notare l’assessore: “Siamo completamente diversi: il nostro è un turismo più ambientale, naturalistico, storico, dall’altra parte più balneare e di massa”. Le potenzialità del versante veneto saranno sostenute da investimenti importanti che andranno a valorizzare l’aspetto naturalistico in una logica di rete, come quelli che interesseranno presto l’ex centrale Enel di Porto Tolle, a due passi dal confine con il delta emiliano e da un confine geografico a quanto pare destinato a essere anche un confine amministrativo invalicabile.

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