“C’era una grande fiamma che saliva fra i due campanili con turbini di scintille, una grande fiamma disordinata e furiosa, di cui il vento ogni tanto si portava via un lembo nel fumo”. Lo scriveva Victor Hugo in Notre Dame de Paris, romanzo del 1831.
A distanza di quasi due secoli dalla pubblicazione del libro, abbiamo assistito increduli all’incendio della Cattedrale di Notre-Dame. Tutto è successo nella Settimana Santa che è la settimana della Passione di Cristo.
I danni sono stati immensi: due terzi del tetto sono stati distrutti e la guglia centrale è completamente crollata, ma la struttura portante è salva.
In salvo anche la Corona di spine che, secondo la tradizione, Cristo portò sulla testa lungo la salita al Calvario, la reliquia religiosa più importante di Notre Dame.
Decine di giovani in questi giorni si sono inginocchiati a terra e sui marciapiedi a pregare, mentre davanti a loro Notre-Dame bruciava. Pregavano e cantavano: immagini belle e commoventi!
Se questo triste avvenimento ha fatto riscoprire ai parigini il senso comune di un cattolicesimo ormai perduto, ben venga anche l’incendio della Cattedrale!
Ben venga se è servito a tutto l’Occidente a riacquistare la memoria delle proprie origini, dimenticate ormai da troppo tempo!
Isabella Cavicchini