Politica
19 Aprile 2019
Il sindaco di Ferrara replica al segretario della Lega e ricorda che si attendono da mesi le sue linee guida ministeriali

Tagliani a Salvini: “Faccia lo Stato quello che deve, prima di indicare responsabilità ad altri”

di Redazione | 3 min

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Matteo Salvini annuncia la data del 3 maggio per indicare il suo arrivo a Ferrara e invita “tutti i prefetti una direttiva per cacciare i balordi dalle città. Dove non arrivano i sindaci, arriviamo noi”. Ma verrà da ministro dell’Interno o da leader della Lega? È quello che si chiede, e gli chiede in una lettera, il sindaco Tiziano Tagliani che, nel primo caso, sarebbe lieto di incontrarlo.

Ma Tagliani approfitta dell’ennesimo post di Salvini dedicato alla Ferrara al voto per far presente allo “spettabile segretario della Lega” che già in passato aveva preannunciato una visita in città: prima del recente pestaggio in Gad lo aveva fatto ”due giorni or sono, per la vicenda del bambino ebreo per la quale ha inviato le forze dell’ordine a scuola e lo stesso annunciava due mesi fa in occasione della grave rivolta nigeriana contro due cassonetti”.

Questa volta però la visita è preceduta dall’intenzione di emanare una direttiva ministeriale per far sì che siano i prefetti a “sostituire i sindaci “pigri” o “riottosi” nell’assecondare il nuovo corso”. “Avrei da esprimere i miei  molti dubbi sulla  legittimità  di questa decisione – avanza Tagliani -, ma non è questo ciò che ora voglio approfondire. Mi permetta, invece, visto che ogni giorno parla della nostra città, di rubarle due minuti per una breve nota”.

La nota ricorda che “per i due anni di emergenza immigrazione i prefetti  hanno inviato in città i richiedenti asilo chiedendoci  la collaborazione per evitare disagi ai cittadini e offrire accoglienza:  lo abbiamo fatto e nei centri di accoglienza non si sono  registrati incidenti o particolari conflitti. In merito a questo ho “litigato” col prefetto in sole in due occasioni: la prima quando – contro il mio parere – voleva aprire dei centri di accoglienza anche in zona Gad; la seconda quando noi sindaci della provincia dovemmo farci  carico di sistemare un gruppo di giovani ragazze che le forze dell’ordine non ebbero la forza di accompagnare a Gorino”.

Ogni anno poi “abbiamo restituito alla Prefettura circa 500 mila euro delle risorse della accoglienza tanto per chiarire quanto abbiamo a cuore la trasparenza e la oculatezza nella gestione. Molti sindaci caro Ministro non hanno messo a disposizione lo stesso spirito collaborativo e molte gestioni in Italia non hanno avuto la stessa trasparenza”.

E’ poi venuta quella che il sindaco chiama “la stagione nuova” e “qui a Ferrara per la zona Gad si sono adottate le zone “rosse”, abbiamo disposto i daspo, creato servizi ad hoc per il contrasto dello spaccio, abbiamo persino già adottato il regolamento sul taser (aspettiamo  ancora, da mesi, le sue linee guida ministeriali)”.

Quello che difetta, secondo Tagliani, “non sono certo i sindaci. Continua invece a mancare quella dotazione di personale, di mezzi e di risorse che chiesi alla Cancellieri, ad Alfano, a Minniti ed ora richiedo a lei: faccia lo Stato quello che deve prima di indicare responsabilità ad altri”.

“Caro Ministro – conclude il primo cittadino -, faccio politica da più tempo di lei e conosco questa città come conosco bene i problemi della Gad e non vorrei che gli annunci proclamati deludessero le comprensibili aspettative dei cittadini. Lei, lo riconosco, è davvero bravo a guidare questo nuovo corso che però non mi convince”.

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