di Martin Miraglia
Copparo. In meno di un’ora, venerdì pomeriggio, tocca tutti i grandi temi della campagna elettorale davanti a una platea di uno sessantina di persone che pian piano aumenta e riempie la galleria Alda Cosa. E, saranno anche i cinque anni di assessore, è completamente a suo agio nel farlo. Il candidato alle amministrative di Copparo di Pd, Insieme per Copparo e Copparo Progetta Diego Farina — architetto 47enne e libero professionista da quando cadde il Muro, due figli e una vita in una frazione che “non ha più servizi da due anni” oltre che assessore all’ambiente e al territorio nela giunta Rossi — ha svelato così ampi stralci del suo programma elettorale sotto il claim ‘Una visione concreta’, “che è un po’ un ossimoro” — dice lui — “ma è anche vero: per le trasformazioni del territorio serve sapere dove andare con una visione lunga”. E soprattutto, “da assessore mi sono accorto che le cose, seppur con spazi di manovra molto ridotti, si possono fare. E da lì inizi a stancarti di quelli che brontolano e dei leoni da tastiera, specialmente quando tieni alla tua città”.
Quindi, tra le foto di Greta Thunberg e di una bambina che piange al confine vincitrice del World Press Photo di quest’anni, Farina racconta che la costruzione del suo programa elettorale è nata “ragionando su temi ampi por poi declinarlin in azioni concrete”. Ovvero? Sul lavoro, ad esempio, “di Berco abbiamo parlato poco perché è importante e va mantenuta ma è il nostro presente, e noi pensiamo al futuro. Ci siamo accorti che sul territorio c’è un corto circuito: una bassa scolarizzazione e imprese che non riescono a trovare impiegati specializzati. La nostra idea è quella di una consulta socio-economica pemanente per fare in modo che la filiera sappia dove andare e indirizzare ad esempio anche i corsi che si possono organizzare con la Regione, oltre ovviamente a far dialogare le imprese con l’amministrazione nel modo più efficace possibile”.
Un altro punto importante della sua campagna elettorale sono le frazioni: “Io vivo a Sabbioncello San Pietro, dove l’ultima attività pubblica ha chiuso due anni fa”, spiega. E quindi si è inventato ‘la bottega del sindaco’, “ma il copyright è di mia moglie, va detto altrimenti partono le risse”. Essenzialmente si tratta di un programma nel quale si censisce il patrimonio immobiliare pubblico sfitto — un lavoro già fatto per quanto riguarda gli immobili comunali, ma all’appello manca tutto quello che rigurda gli altri enti — per poi imbastire band sfruttando anche i fodi destinati alle aree interne per favorire la costituzione di imprese giovani “facendole diventare punti di socialità e riempiendoli di servizi, ad esempio con la possibilità di prenotare il trasporto sociale. Un centro pieno con le frazioni vuote del resto non serve a niente, e per chi vive h24 nelle frazioni non avere nemmeno un servizio è assurdo, si tratta di mantenere la tenuta sociale del territorio”. Per le frazioni poi è previsto l’ampliamento della videosorveglianza già presente nel capoluogo: “Non è una questione di sicurezza, ma di mantenere lo stile di vita attuale”. Il tutto poi in territorio che è “bellissimo, dove possono fiorire punti dove far vedere ai turisti cosa produciamo e come, facendo diventare anche le frazioni una luce accesa su socialità e sicurezza”.
Segue il concetto della ‘plastica zero’ perché ” l’ambiente non è un tema, è il tema. Altrimenti fra 50 anni le buche delle strade saranno coperte da un metro d’acqua”, e quindi il piano di Farina consiste nel togliere tutta la plastica da tutti gli edifici pubblici, oltre ad installare colonnine di ricarica elettrica alimentate in modo sostenibile — con pannelli fotovoltaici — e la sostituzione della flotta di veicoli comunali “in modo integrato, verificando quale alimentazione per ogni mezzo in base al tipo di lavoro sia la più compatibile con l’ambiente”.
Oltre a sostenere la cultura poi — “Copparo in questi anni ha fatto tanto, e siamo riusciti a portare percorsi culturali nuovi come i ‘Monumenti aperti’ e ‘Marzo Ambiente’ —, tocca pensare anche ai giovani: “A loro”, spiega Farina, “devi dare servizi e la possiblità di fare le cose per evitare che vadano via. Non possiamo copiare le iniziative della città, dobbiamo pensare a cose che possiamo fare con le nostre risorse. Una delle nostre proposte è quella di ampliare gli orari della sala studio. Poi a breve si chiuderanno i lavori dei magazzini ex Berco e della ristrutturazione di villa Mensa. Insieme alla ex bottega va pensato uno spazio polivalente per invogliare i giovani a restare”.
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