Economia e Lavoro
12 Aprile 2019
Reazione di lavoratori e sindacati dopo l'annuncio del concordato preventivo. Cgil, Cisl e Uil: “Responsabilità di Ministero e commissari straordinari gestire una situazione così drammatica”

Crisi Mercatone. Sciopero e protesta davanti al Mise

di Redazione | 3 min

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Una giornata intera di sciopero con presidio a Roma davanti al Ministero dello Sviluppo economico. È questa la reazione dei lavoratori e dei sindacati dopo l’annuncio della Shernon, la proprietà dell’ex Mercatone Uno, dell’avvio del concordato preventivo.

Sul territorio di Ferrara sono coinvolti tre punti vendita: in città in zona Fiera, a Mesola e a San Giuseppe per un numero complessivo di 89 lavoratori e lavoratrici.

La Shernon era stata costituita al fine di acquisire 55 punti vendita ad insegna Mercatone sparsi sul territorio nazionale, dalla amministrazione strordinaria.  “Dopo la cessione alcuni soci hanno abbandonato l’azienda ed è rimasto il solo amministratore delegato”, spiegano Anna Pensa della Filcams Cgil, Luca Benfenati ella Fisascat Cisl e Giorgio Zattoni della Uiltucs Uil. “Nei primi mesi, da parte del sindacato e da parte di tutti i dipendenti, c’è stata la consapevolezza che sarebbero stati necessari alcuni mesi affinché Shernon potesse avviare la sua attività in modo regolare.  Tuttavia, negli ultimi mesi, è stato sempre più evidente che la situazione stava degenerando: negozi privi di merce, magazzini completamente vuoti, fornitori che hanno ritirato la merce già consegnata ed hanno smesso di effettuare consegne, ritardi nel pagamento degli stipendi. Poco più di un mese fa, c’è stato un incontro a livello nazionale con l’amministratore delegato e in quell’occasione ha annunciato che era prossima la ricapitalizzazione per un importo di 20 milioni di euro. Stante la situazione, è stato chiarissimo che detta cifra sarebbe stata assolutamente insufficiente a garantire la continuità aziendale”.

“Il Mise – spiegano ancora i segretari sindacali – ha convocato il sindacato per il 2 aprile ma, in seguito alla richiesta di rinvio avanzata da Shernon, che l’ha motivata asserendo che era finalizzata a concludere l’accordo per la ricapitalizzazione con potenziali investitori, l’incontro è stato posticipato al 18 aprile.  Ovviamente, allarmati dalla situazione, nell’interesse di tutti i lavoratori abbiamo prontamente proclamato a livello nazionale lo stato di agitazione e sollecitato il Mise affinché comunque desse seguito alla convocazione. Tuttavia, non abbiamo avuto alcun riscontro. Poi la ‘vergognosa” notizia che Shernon ha presentato istanza di ammissione al Concordato Preventivo presso il Tribunale di Milano”.

“Ciò dimostra che, purtroppo, le nostre preoccupazioni erano fondate”, osservano con amarezza i sindacati che attaccano anche l’amministratore delegato che “ha scelto di inviare una comunicazione ai singoli lavoratori che, qui lo vogliamo dire, non solo si sono sentiti offesi, ma anche presi in giro da una comunicazione priva di qualunque credibilità”.

“Sottolineiamo e rivendichiamo che è responsabilità del Mise e dei commissari straordinari farsi carico di gestire una situazione così drammatica e che ancora è nel percorso  dell’amministrazione straordinaria”, attaccano Pensa, Benfenati e Zattoni prima di annunciare “per l’intera giornata del 18 aprile lo sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori di Shernon “Mercatone”, per l’intero turno di lavoro con presidio a Roma davanti al Mise”.

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