Politica
9 Aprile 2019
Il sindacato dei lavoratori fa le pulci a Donini e chiede una consultazione attesa, Piccinini sottolinea ancora le mancanze del Pd: "Trovano risorse solo per mobilità su gomma e per la 'cura del cemento'"

Ferrara-Codigoro, Faisa Cisal sollecita chiarimenti e il M5S rincara

di Redazione | 4 min

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Continua a far discutere la notizia sulla possibile soppressione della linea ferroviaria Ferrara – Codigoro, una questione che ha convinto il sindacato Faisa Cisal della necessità di porre domande all’assessore regionale ai Trasporti Raffaele Donini al fine di ottenere chiarezza. Allo stesso modo, anche la consigliera regionale 5 Stelle Silvia Piccinini non manca di tornare sull’argomento, tirando in ballo un Donini che “gioca allo scaricabarile”.

Cisal dalla sua sottolinea come il decreto legislativo di riferimento “prevede la possibilità di concessione a Rfi delle linee regionali, ma possibilità non è obbligo. Il patto per la Mobilità regionale 2018/2020, siglato a 2017, prevede – continua il sindacato – la valutazione sui trasferimenti titolarità della rete ferroviaria regionale a Rfi”.

Andando in ordine cronologico, “nella stessa data veniva siglato il primo accordo quadro tra Regione, Fer e Rfi sul passaggio delle reti e poi sono intervenute due delibere della giunta regionale sullo slittamento dell’eventuale passaggio delle reti Fer entro il 2020. Nel mentre si è conclusa una vertenza al tavolo presso l’assessorato ai trasporti della Regione, con un accordo siglato a marzo 2019, sull’operatività di Fer e sulle linee guida di una ‘Clausola Sociale’ preventiva in caso di eventuale passaggio delle reti e del personale Fer a Rfi.
“In occasione dei vari incontri in Regione – ricorda Cisal – abbiamo chiesto all’assessore di confermare le tre condizioni mancanti per l’eventuale passaggio, ossia che tutte le linee Fer devono rientrare nella lista delle linee di interesse nazionale, la certezza del piano di investimento destinato alle stesse linee e la necessità di fare il passaggio solo in condivisione con i lavoratori. Tutte queste condizioni sono state confermare da Donini in più occasioni: ora rimaniamo perplessi, perché viene dichiarato che i lavoratori di Fer sono favorevoli al passaggio a Rfi.

“Cisal Faisa da tempo sta cercando di arrivare ad una consultazione dei lavoratori Fer, lavoratori che a questo punto hanno il diritto di esprimersi. Cosa che ad oggi non è ancora avvenuta. Non riusciamo quindi a capire come l’assessore sia cosi certo che i lavoratori Fer siano favorevoli al passaggio a RFi. Convinti che ci sia bisogno di chiarezza e si debba dar modo ai lavoratori di esprimersi invitiamo Donini ad avviare una consultazione. Apprezziamo comunque le dichiarazioni sulla continuità della linea Ferrara – Codigoro, che nell’eventualità di un passaggio parziale delle linee Fer, rimarrà in carico alla regione e anche finanziata, ma il percorso vada avanti con chiarezza senza dimenticare le professionalità e competenze dei lavoratori Fer”.

“La verità – interviene intanto Piccinini – è che la Regione cerca e trova risorse solo per le opere su gomma come la Cispadana: se il M5S non avesse sollevato il caso delle tre linee ferroviarie che a fine 2020 passeranno ad Rfi, l’assessore Donini e il consigliere Calvano non avrebbero proferito parola sul fatto che ad oggi queste linee corrono il rischio di sparire per colpa di un decreto firmato da Delrio ad aprile 2018, quando già sapeva di dovere andare a casa dopo la sconfitta alle elezioni e con un nuovo Parlamento appena insediato”.

“Anche perché – aggiunge – l’accordo sottoscritto nel 2017 da Bonaccini e dall’allora ministro dei Trasporti non prevedeva nessun obbligo da parte della Regione. Altre, per esempio, hanno scelto di gestire direttamente le proprie ferrovie investendo risorse importanti, cosa che noi non facciamo da anni per espressa volontà del Pd, che continua a puntare sulla ‘cura del cemento’ come dimostra il caso della Cispadana”.

“Da un anno a questa parte – conclude la consigliera – quando c’è qualche problema da risolvere che riguarda la nostra regione, il Pd scarica ogni responsabilità sul nuovo governo, nel vano tentativo che la gente dimentichi che loro sono al comando della nostra regione da decenni con i risultati e i problemi, soprattutto sul fronte della mobilità ferroviaria, che i pendolari conoscono molto bene. Sono anni che gli investimenti sulla manutenzione ordinaria delle linee direttamente gestite dalla Regione sono irrisori se misurati alle esigenze reali e se confrontati con quelli di altre realtà, come Lombardia e Veneto, che spendono più del doppio di quello che facciamo noi, mentre interventi di manutenzione straordinaria di fondamentale importante come l’elettrificazione delle linee in Emilia-Romagna restano fermi al palo. Questi sono dati che difficilmente Donini e Calvano possono ribaltare come stanno facendo in questo momento. Piuttosto ci spieghino perché sono così restii a potenziare le nostre ferrovie, e visto che sono loro a governare (si spera ancora per poco) l’Emilia-Romagna e hanno così tanta fretta di sbarazzarsi delle nostre linee, ci dicano perché non hanno ancora modificato la legge regionale di riferimento, che prevede che Fer sia l’unico gestore della rete ferroviaria regionale”.

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