Attualità
23 Giugno 2019
In 16 anni cresciuti del 153% i consumatori che accedono ai servizi sanitari nella fascia di età 15-24

Droghe, ferraresi primi in Regione per tasso di dipendenza patologica

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

Numeri in costante aumento, che richiedono un costante aggiornamento da parte degli operatori preposti al fine di trattare al meglio i giovani consumatori di droga, occasionali e non. Il fenomeno della droga è stato al centro di un dibattito che ha animato l’aula magna dell’ospedale di Cona di operatori sanitari.

Armati di carta e penna, il primo dato da registrare è che negli ultimi quattro anni, in provincia di Ferrara, le persone che si sono rivolte ai servizi sanitari sono cresciute del 14,5%, passando da 2114 a 2421, un aumento che va di pari passo i giovani inviati al Serd dalla prefettura estense.

Segno più anche se si dà uno sguardo all’accesso ai servizi da parte di adolescenti e giovani adulti (15-24 anni): se nel 2000 erano stati presi in carico 64 pazienti, nel 2016 si è passati a 162, con un tasso di crescita che si attesta ad un preoccupante 153%. Scontato ribadire, leggendo questi numeri, che si alza anche la quota di teenagers (15-19 anni) presi in cura: nel 2007 erano 31, 66 nel 2016.

Tutto ciò nella sola provincia di Ferrara, territorio che si colloca leggermente al di sopra della media regionale. Ogni mille abitanti, il tasso ferrarese di soggetti con dipendenza patologica è di 9,44, contro l’8,78 dei corregionali. Una regione che già di per sé è la maglia nera, perché rispetto alla media nazionale, i cittadini emiliano-romagnoli sono più esposti all’uso di sostanze cannabinoidi, allucinogene e stimolanti.

Numeri che hanno alimentato un dibattito volto al cercare di “progettare insieme pezzi di interventi che devono avere logica, continuità ed essere sinergici” sostiene Luisa Garofani, responsabile U.O. Serd programma dipendenze patologiche di Ausl Ferrara. Prima ancora di fare rete, è bene sapere, viene ripetuto più volte, che non bisogna trattare un consumatore come “un paziente psichiatrico”.

Martedì mattina la questione delle morti per overdose è tornata sulle prime pagine dei quotidiani. Ciò deve essere di insegnamento, spiega Garofani, per capire il mutamento degli effetti provocati dalle droghe moderne, rispetto al passato: “Il ragazzo deceduto aveva abbandonato l’uso di sostanza già da tempo, ma quando si riprende il contatto il rischio di overdose è altissimo perché le sostanze di adesso sono più potenti”.

Prima ancora dei servizi preposti, quando si parla di giovani anche i genitori dovrebbero fare la loro parte. “La cosa più importante – conclude Garofani – è sapere che questi ragazzi non si sentono mai ascoltati, interlocutori di un ragionamento. Bisogna cominciare ad avvicinarli, loro non vedono l’ora di dire come stanno. E’ un problema quasi endemico nelle famiglie, il problema maggiore nei ragazzi è proprio la trascuratezza: si sentono poco interessanti nonostante l’adulto non faccia mancare niente dal punto di vista economico”. 

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