Politica
29 Marzo 2019
Permane il braccio di ferro tra maggioranza e opposizione, che a Mesola manda all'aria i lavori in consiglio. Aleggia lo spettro del commissariamento

Salta l’approvazione del bilancio, a rischio il contributo del Governo

di Redazione | 2 min

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Mesola. Consiglio comunale infruttuoso a Mesola, che riuniva per l’ultima volta i consiglieri della prima legislatura di Gianni Padovani, già in corsa per le prossime amministrative e alle prese con gli ultimi adempimenti. Primo su tutti l’approvazione del bilancio di previsione entro il 31 marzo, un ‘pacchetto’ di tredici punti all’ordine del giorno che non hanno guadagnato il voto positivo dell’assemblea, da mesi divisa in perfetta parità tra maggioranza e opposizione con sei consiglieri per parte.

Pur propositivi e collaborativi sulla varante urbanistica relativa a C.a.s.a. Mesola, che mette d’accodo tutti all’unanimità, i consiglieri di opposizione hanno confermato la linea dura anche – e a maggior ragione, probabilmente – dopo l’appello di Padovani letto in consiglio e già recapitato nei giorni scorsi ai suoi avversari.

“Mi appello al vostro senso di responsabilità e alla valutazione del prioritario interesse dei cittadini, rispetto alle diverse posizioni politiche o di parte che, seppur legittime, in questo caso risulterebbero incomprensibili. Tra poche settimane – ricorda Padovani – il nostro Consiglio cesserà di operare per la tregua elettorale e i nostri cittadini potranno esprimersi con il voto. Non è necessario far pagare loro un prezzo così alto, tra cui i costi di un seppur breve commissariamento”.

In ballo, sottolinea poi, c’è il contributo concesso dal Governo ai Comuni per la messa in opera di interventi di sicurezza da mettere in cantiere obbligatoriamente entro il 15 maggio e comunque previste nel bilancio, necessariamente da approvare allo scopo. Pena la perdita del contributo, che per Mesola ammonterebbe a 70mila euro. “Nel rispetto dei tempi stabiliti il nostro ufficio tecnico ha già predisposto i progetti e gli atti per utilizzare tale somma nella riqualificazione dell’area industriale P.i.p. a ridosso della Statale Romea”.

Gianni Padovani

Nulla di fatto però, e Padovani non nasconde l’amarezza. “Era l’ultima occasione per dimostrare il senso di responsabilità e di civismo, che ho riscontrato per la quasi totalità della legislatura. Poi le strategie politiche (sfruttando la mancata surroga di un consigliere) hanno fatto venir meno la maggioranza negli ultimi mesi. Credo che queste argomentazioni di parte possano valere nell’imminente competizione elettorale, non ora: non si può giocare così caro prezzo sulla pelle dei cittadini”.

All’orizzonte, prima ancora che la campagna elettorale entri nel vivo, sarà necessario risolvere il problema ‘bilancio’. La prassi prevede una diffida prefettizia che imporrà la riconvocazione del Consiglio entro 20 giorni e l’approvazione dei conti. Pena, in extremis, il commissariamento. “Speriamo di trovare una soluzione” conclude Padovani.

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