Foto tratta dal profilo Instagram di Alessandro Murgia

di Davide Soattin

Alessandro Murgia, professione soldatino. Al pubblico ferrarese è bastato vederlo all’opera in un paio di circostanze per affibbiargli questo soprannome, che è sinonimo di sacrificio e sostanza agli ordini di mister Semplici, virtuoso nel rilanciare le potenzialità di un talento che nell’ultimo periodo non aveva ricevuto lo spazio necessario da Simone Inzaghi.

Già, perché in questo caso si parla di vero e proprio rilancio, per un giocatore che – come lui stesso ha raccontato al Corriere dello Sport – necessitava fin da troppo tempo di tornare a respirare odore di calcio giocato: “Mi sento come uno che si è ritrovato. Ne avevo bisogno. Io mi riconosco per quello che sono: tranquillo, ma anche ambizioso. E so che mi serve il campo per misurarmi. Sono nel posto giusto, nell’ambiente giusto. Abbiamo un obiettivo importante con il club. E poi ho il mio obiettivo che è l’Europeo, al di là di quelle che potranno essere le scelte del ct”.

“Futuro di nuovo alla Lazio? Non lo so ora, non ci penso davvero – ha successivamente sottolineato il centrocampista di scuola biancoceleste, stuzzicato già in chiave calciomercato -. A fine stagione vedremo. Se sono ambizioso è chiaro che la Lazio risponde all’ambizione che è in me. Ma voglio anche giocare, ci penseremo. Ora dobbiamo salvarci con la Spal. Poi c’è l’Europeo Under 21”.

Ancora prima però ci sarà un turno infrasettimanale – quello di mercoledì 3 aprile – dal sapore speciale per Murgia, che per la prima volta in carriera affronterà da avversario proprio la sua vecchia squadra: “Per me sarà una grande emozione, finora avevo vestito solo una maglia ed è quella della Lazio. Abbraccerò i compagni prima della gara, se la giocherò darò tutto per portare punti alla Spal e dal fischio dell’arbitro mi rimetterò a tifare la Lazio in Champions. Dopo la partita però: è una legge non scritta del calcio, se fai il professionista devi saperla mettere in conto”.