Attualità
27 Marzo 2019
Lungo i 56 metri della recinzione troveranno spazio i dipinti degli allievi. È l'ultima ristrutturazione post-sisma degli alloggi Erp

Acer, il cantiere di via Fiume si abbellisce grazie al Dosso Dossi

di Redazione | 2 min

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Anche i cantieri, talvolta, possono diventare più gradevoli all’occhio umano. E’ una scelta che a Ferrara è stata intrapresa da tempo, e che Acer ha voluto fare sua per il cantiere di via Fiume, l’ultimo stralcio dei lavori che, dal 2012 in poi, sono stati attuati “per recuperare gli alloggi colpiti dal sisma, che a oggi sono oltre 400” rendiconta Diego Carrara, presidente di Acer Ferrara.

Per tutta la durata del cantiere edile, infatti, lungo i 56 metri della recinzione saranno visibili i disegni realizzati e dipinti dalle classi 3B e 4B del liceo artistico Dosso Dossi, i cui allievi ultimeranno il proprio compito in tre giorni.

E’ un progetto interessante sia per la scuola stessa, in ottica “dell’alternanza scuola-lavoro” spiega la professoressa Elena Idone, ma anche per i ragazzi “che non hanno mai lavorato in cantiere, e ora prendono parte al progetto didattico cantiere: operazione street art”. “A 50 metri dal cantiere c’è il Parco dell’Acquedotto e l’esperienza vissuta dai bambini nel gioco viene rappresentato sui cartelloni” si aggiunge Giuseppe Addesso, responsabile del cantiere di via Fiume. 

Le opere rimarranno visibili fino al 2020, data entro la quale saranno recuperati gli ultimi 27 alloggi Erp di Acer. Più che recuperati sarebbe meglio dire ripensati, perché la palazzina risale agli anni ’30 del Novecento: “Internamente – illustra Carrara – saranno generati nuovi spazi e gli appartamenti saranno stravolti, perché le esigenze abitative sono cambiate nel tempo”.

Ma sarà anche un cantiere che applicherà “la cosiddetta economia circolare” svela il presidente di Acer, perché “verrà recuperato tutto quello che verrà demolito, rispettando la norma dei criteri minimi ambientali”. In sostanza, i materiali non verranno portati in discarica, ma “in un impianto che li recupererà per poi renderli impiegabili nuovamente”. Non una novità per Acer, che già aveva attuato questo modo di agire alle Corti di Medoro, dove il “99% delle 300 tonnellate di materiale è stato recuperato”.

Una mission che ha sposato anche la ditta Cce, che si è aggiudicata l’appalto dal costo complessivo di quasi 1 milione e mezzo di euro con l’obiettivo di “recuperare tutti i materiali di demolizione” e che in animo ha cercare di apportare “tutte le migliorie che riguardano l’impatto acustico e visivo del cantiere”. Cosa, quest’ultima, alla quale ci hanno pensato gli allievi del Dosso Dossi. 

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