Spettacoli
26 Marzo 2019
Martedì la proiezione del film Mountain di Jennifer Peedom

Le scalate più impervie protagoniste al Boldini

di Redazione | 2 min

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Martedì 26 Marzo alle ore 21, presso il cinema Boldini, verrà proiettato in versione originale con sottotitoli in italiano Mountain di Jennifer Peedom, documentario che, in chiave di sinfonia audiovisiva, racconta le scalate delle montagne più impervie, le imprese impossibili di climbers e altri acrobati delle vette più remote del mondo. Il film è un puro spettacolo che evita le parti didascaliche (non sappiamo quali siano le giogaie scalate e non conosciamo i nomi degli scalatori), il tutto narrato dalla voce dell’attore Willem Dafoe.

In molte scene la legge di gravità sembra essere azzerata: sportivi capaci di arrampicarsi su pareti montuose verticali assolutamente piane, altri che volano in cielo planando con la tuta alare attraverso grandi montagne forate, un funambolo che cammina su un cavo collegato a due altissimi pendii, fino ad arrivare a mountain bike e motociclette d’alta quota con paracadute.

Ciononostante, la regista non lesina di suggerire e mostrare gli aspetti controversi delle pratiche alpinistiche più estreme anche se il grande livello spettacolare del film, la potenza delle sue immagini predomina e rende tutto ambiguo, anche nei momenti di contraddizione e dissonanza.

In Mountain è chiaro il concetto che fino a tre secoli fa, le montagne erano luoghi di pericolo, non di bellezza. Quando a metà del XX secolo l’Everest venne conquistato, l’alpinismo era diventato una ricerca della perfezione e le montagne venivano viste come avversari da sconfiggere. Oggi, quando milioni di persone sono incantate dalla loro magia, le montagne diventano teatri di svago: gestite e mercificate come parchi giochi. Ma le montagne sono molto di più di una distrazione o un nemico da battere. Il loro valore risiede nel riconoscere i nostri limiti.

Il film ci regala inoltre la partitura musicale, più che un accompagnamento, dell’ Australian Chamber Orchestra eseguita nella Sydney Opera House, composta da Richard Tognetti, con in aggiunta brani di Vivaldi, Beethoven e Arvo Pärt.

La chiave dell’operazione di Jennifer Peedom sta in quelle scene di repertorio che documentano la storia delle scalate di alta quota e nella sequenza finale della lava, delle fiamme, della violenza materica che si stabilizzerà in roccia. Una sinfonia geologica, un’esaltazione poetica dell’orogenesi, nella reazione di queste entità imponenti e antiche che sono le montagne, dal cui fascino nessuno può dirsi immune. «Le montagne ridimensionano l’istinto dell’uomo, ci restituiscono il senso della meraviglia e mettono a dura prova la nostra arroganza», dice la voce off di Willem Dafoe. Eppure pochi possono entrare in reale risonanza con il vero suono della montagna, come suggerisce la scritta iniziale: «Quelli che danzano sono considerati pazzi da chi non può sentire la musica».

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