Portomaggiore
22 Marzo 2019
Incontro ricco di dati, testimonianze e interventi quello promosso nella Casa della Gioventù con ospite la direttrice dell'Istituto Ramazzini di Bentivoglio

Fanghi. Il Coordinamento dà voce all’esperta Belpoggi: “Temiamo anche per gli affari illeciti”

di Redazione | 2 min

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Portomaggiore. Incontro ricco di dati, testimonianze e interventi quello promosso dal Coordinamento No Fanghi di Portomaggiore, che ha accolto mercoledì sera nella Casa della Gioventù l’esperta Fiorella Belpoggi, direttrice del centro ricerca ‘Istituto Ramazzini’ di Bentivoglio.

Al centro dell’attenzione i fanghi di depurazione, tema caldo del portuense, e i rischi per la salute connessi alla loro lavorazione. Con l’ausilio di alcune slide, la ricercatrice ha evidenziato la presenza di agenti cancerogeni nei suddetti fanghi, “riscontrando la presenza di tredici cancerogeni di classe 1, dieci ‘probabili cancerogeni’ di classe 2A e ventiquattro “possibili cancerogeni’ di classe 2B.

Il Coordinamento ricorda come Belpoggi abbia “voluto rimarcare che per un utilizzo sicuro dei fanghi destinati all’agricoltura, dovrebbe essere sicura la loro origine. Purtroppo non è così, dato che la maggior parte dei depuratori civili riceve le acque non solo dalle abitazioni civili ma anche dai piccoli insediamenti artigianali”.

In discussione anche l’articolo 29 del ‘decreto Genova’, che ha stabilito “limiti altissimi per quanto riguarda gli idrocarburi presenti nei fanghi da depurazione”. La preoccupazione è per l’agricoltura: “In un’ottica che mette avanti il profitto e non la qualità, si deve temere un inquinamento delle falde acquifere e affari illeciti, come abbiamo più volte visto per il ciclo dei rifiuti, dove le mafie più volte hanno preso il sopravvento”.

Altro problema è quello legato alle “polveri sottili emesse dalla circolazione dei tantissimi camion che trasportano questi fanghi e che si concentrano principalmente sul suolo, nelle scoline e giocoforza vengono assorbite creando un ciclo che non fa bene certamente all’ambiente”.

Tra gli interventi della serata si evidenzia quello dell’assessore argentano Sauro Borea, “sull’impatto ambientale e viabilità che si ripercuote su un territorio già fragile e con una viabilità già disastrata”, e quello di una coltivatrice che ha ricordato come “nei nostri territori la maggior parte dei coltivatori stanno andando verso una coltivazione biologica e di qualità, per cui questi fanghi non trovano spazio nei nostri campi”.

Il Coordinamento ha concluso la serata ringraziando i presenti e ricordando il caso eclatante di Lomellina (nel pavese) e “il diritto di precauzione, visto quello che è successo e sta succedendo in diversi territori lombardi e veneti (e nazionali), a seguito degli spandimenti dei fanghi”.

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