Lettere al Direttore
21 Marzo 2019

A Bondeno politiche occupazionali fallimentari

di Redazione | 4 min

Quando un territorio cresce circondato dai corsi d’acqua, per le popolazioni che vi abitano è molto facile assimilare gli effetti del mescolarsi delle acque. E così succede anche per chi gestisce la pubblica amministrazione.

Si legge infatti nell’avviso pubblico per l’attivazione di tirocini formativi del Comune di Bondeno che “il progetto si sviluppa a seguito della grave crisi occupazionale dei giovani…”. Partiamo da questa affermazione per contrastarne il senso e dimostrarne l’esatto opposto.

Siamo sinceri. Il progetto parte per fare fronte alla grave crisi occupazionale che si sta generando all’interno del comune di Bondeno, soprattutto nel settore tecnico ormai sguarnito di personale comunale e con previsione di imminenti uscite causa raggiunti limiti di età. Questo è un dato incontestabile e confutato dai numeri forniti dall’amministrazione comunale. Tutt’altro quindi rispetto “all’opportunità di fornire esperienza lavorativa” sostenuta dall’amminstrazione; si coprono posti carenti in organico ad una modica cifra che non raggiunge nemmeno i valori dello sbandierato reddito di cittadinanza!

Altro elemento di cui è utile ritornare a parlare è l’esternalizzazione dei servizi della biblioteca. Si vuol far passare il messaggio che tutto ciò si rende necessario perché il lavoro del dipendente pubblico non permette orari flessibili. E grazie alla flessibilità ci saranno nuovi servizi e nuovi orari. Senza entrare nel merito di come saranno gestiti i nuovi servizi, ci sovviene pensare che l’incremento del servizio lo pagheranno i lavoratori stessi con il loro stipendio. Si cerca ancora una volta una risposta all’interno delle associazioni di volontariato e/o del mondo lavorativo “meno oneroso” per liberarsi delle problematiche gestionali dei pubblici servizi. Ma la realtà va oltre e , in barba alle professionalità acquisite, si prospetta di trasferire personale comunale dalla biblioteca all’interno degli uffici comunali in quanto, da anni, i servizi ed in particolare il servizio di relazione col pubblico sono in sofferenza di personale con disagi e ricadute sulla qualità del servizio stesso. E questo non per demerito degli addetti che ci lavorano quotidianamente.

Flessibilità e rotazione sono elementi di positività nell’organizzazione del lavoro se assunti con metodo programmato e non per emergenza costante. Non è forse vero che in questi giorni proprio mentre l’amministrazione comunale si vanta di avere livelli occupazionali sottostimati rispetto ai livelli medi nazionali, si è dato l’incarico alla delegazione di parte pubblica di contrattare con le organizzazioni sindacali l’aumento del tetto di reperibilità per la polizia locale e si chiede per tutti i dipendenti di incrementare il tetto massimo relativo alle ore straordinarie?

L’amministrazione, tra l’altro, scrive nei suoi documenti ufficiali di valutare la propria capacità occupazionale, il che significa poter assumere nuovi dipendenti, per una ulteriore possibile spesa di oltre 400 mila euro, senza sforare con questa operazione il limite massimo di spesa per il personale previsto dalla normativa. Si prenda atto quindi degli annunci roboanti del Ministro della Funzione pubblica rispetto alla “massiccia” campagna di assunzioni nella pubblica amministrazione e della copertura al cento per cento del turn over.

Sono queste le risposte sul territorio? Tirocini formativi ed esternalizzazioni dei servizi? Andando oltre le già note attività concesse alle gestioni esterne e le valutazioni conseguenti sulle reali condizioni di lavoro e retributive dei dipendenti addetti sarebbe utile ricordare, proprio perché la pubblica amministrazione dovrebbe distinguersi per luogo in cui si trovano risposte certe ai bisogni reali dei cittadini, che buona parte dei servizi è gestita attraverso l’utilizzo di personale che vive la più assoluta condizione di precarietà e che presto si ritroverà a dover cercare nuove soluzioni occupazionali. Le proroghe per i lavoratori in somministrazione a seguito del sisma non potranno durare all’infinito. Come si pensa di intervenire su questo versante?

L’attività che svolge un sindacato è quella di tentare, attraverso la mediazione, di produrre proposte concrete e soluzioni fattibili all’interno delle varie aziende, dei vari enti e poiché all’interno di questo Ente il confronto ed il dialogo sono pressochè inesistenti, vorremmo ricordare agli amministratori del Comune di Bondeno presentatisi come “sindacalisti dei cittadini”, meglio se italiani, che anche i dipendenti dell’amministrazione comunale sono cittadini e in quanto tali vanno tutelati e rispettati anche attraverso il dialogo con le organizzazioni che li rappresentano. Ci aspettiamo quindi, già dal prossimo incontro, proposte e soluzioni diverse da quanto prospettato precedentemente e non accolto dai rappresentanti dei lavoratori.

Fp Cgil Ferrara

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