Economia e Lavoro
21 Marzo 2019
Tomasoni propone di diffondere un "antagonista naturale" delle razze non autoctone: "Una soluzione va trovata, il disagio è incredibile"

La ‘provocatoria soluzione’ della Cia contro nutrie e oche selvatiche: importare coccodrilli

di Redazione | 3 min

Leggi anche

Monumenti. Al via il restauro della fontana dell’acquedotto

Tre interventi di restauro per restituire decoro ad altrettanti monumenti cittadini. È il pacchetto di opere avviato in questi giorni dal Comune di Ferrara, per una spesa complessiva di circa 100mila euro, per il recupero della statua e della fontana dell'acquedotto monumentale di piazza XXIV Maggio, del monumento a Garibaldi in viale Cavour e del monumento ai tre eroi risorgimentali ferraresi Succi, Malagutti e Parmeggiani, sulle mura di viale IV Novembre

Importare coccodrilli nelle campagne ferraresi per contrastare la “proliferazione incontrollata” di oche canadesi e nutrie sudamericane: è una proposta “evidentemente provocatoria” – come sottolinea lo stesso ufficio stampa di Cia – quella del presidente ferrarese della Confederazione Italiana Agricoltori Gianfranco Tomasoni, che lamenta l’invasione di specie non autoctone sul territorio e punta a una possibile soluzione: diffondere un “antagonista naturale” delle specie fuori controllo per ristabilire un equilibrio nell’habitat.

“Dobbiamo importare dei coccodrilli e liberarli nei canali di tutto il territorio – afferma Tomasoni -. Forse, in questo modo, un problema che si trascina da anni e non è mai stato risolto, potrebbe trovare una risoluzione definitiva”. Secondo la Cia, il comparto agricolo è ormai impotente di fronte alla proliferazione di alcune razze e le aziende devono sostenere i costi per la dissuasione, acquistando palloni e cannoni che non rappresentano una soluzione efficace.

“I palloni, soprattutto con il vento forte di questi giorni, sono volati via o hanno subito danni considerevoli – spiega però Tomasoni -. E saremo noi agricoltori, naturalmente, a doverli ripristinare, sostenendo dei costi aggiuntivi perché il contributo regionale di 2500 euro a fondo perduto, soprattutto per chi ha molto terreno, non copre certamente la spese. Conti alla mano, servono almeno 10 palloni per ettaro che costano dai 9 ai 10 euro. Poi bisogna aggiungere bastoni e ferri per fissarli. Quindi un’azienda di dimensioni medie, di circa 60 ettari, dovrà spendere 6mila euro. Parliamo poi dei cannoni, un’altra nota dolente. In questo caso dobbiamo mettere un cannone ogni 3 ettari a un costo che può variare dai 300 ai 500 euro e prendendo la nostra solita azienda di 60 ettari, siamo a venti cannoni che, anche considerando il range di prezzo inferiore, costano altri 6mila euro. Se la regione ne dà 2500 gli altri dove li va a recuperare l’azienda? Inoltre gli ambientalisti, sempre molto attenti alla salvaguardia del territorio, dovrebbero preoccuparsi anche di proteggere la bellezza del paesaggio rurale, e una campagna disseminata di cannoni e palloni somiglia più a un campo di battaglia, che a un armonioso paesaggio, soprattutto se parliamo di zone a ridosso del Parco del Delta del Po”.

Da qui, la provocatoria proposta del presidente Cia: “Non sarebbe una buona idea – conclude Tomasoni – contrastare e limitare la proliferazione incontrollata di una fauna non autoctona (le oche canadesi erano parte di una ex oasi WWF e sono rimaste sul territorio e le nutrie hanno origini sudamericane, ndr) con un antagonista naturale, come si fa già con gli insetti per la lotta integrata? Perché una soluzione va trovata ed è incredibile che una situazione di disagio così forte per l’agricoltura e l’ambiente, continui a venire affrontata con strumenti palliativi e mai completamente risolutivi”.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com