di Lucia Bianchini
Le avventure di Martin Mystere sono giunte anche nel delta del Po, come ha spiegato Alfredo Castelli, sceneggiatore e ‘papà’ del noto personaggio a fumetti, all’incontro ‘Martin Mystere. Un antropologo a fumetti che ama il genere ‘educational’’, che si è tenuto sabato 16 marzo presso l’archivio storico comunale di Ferrara, nell’ambito della festa nazionale dell’antropologia visuale. Con lo sceneggiatore ha dialogato il giornalista Ferruccio Giromini.
“Martin Mystere è un alter ego di Castelli, uno studioso, una sorta di Alberto Angela, caratterizzato da una grande curiosità – ha affermato Giromini-. È una specie di Virgilio che ci porta in tanti luoghi”.
L’arrivo di Martin Mystere nel ferrarese avviene, come ha raccontato Roberto Roda, nel 1989: “Avevamo allestito una mostra sulla ferrovia Ferrara – Suzzara e volevamo raccontare alcune storie legate al soprannaturale tramite un fumetto, così mi sono rivolto all’editore Sergio Bonelli, chiedendo il personaggio di Dylan Dog. Bonelli mi propose invece Martin Mystere, e Castelli accettò la collaborazione”.
A questa prima storia a scopo didascalico ne seguirono molte altre: “Le istituzioni capirono che il mio personaggio poteva anche raccontare cose vere” ha spiegato Alfredo Castelli.
“In Italia Martin Mystere incontra un personaggio ispirato a Roberto Roda – ha proseguito lo sceneggiatore- che gli propone una storia, ad esempio ‘Il ragno d’oro’, legata al delta del Po, oppure un’altra, nata in occasione della mostra su Lucrezia Borgia in cui Martin, in maniera strana, incontra Diabolik, incontro curioso perché i due non vivono una avventura insieme, ma la stessa avventura separatamente. Tutte le storie sono partite da una base reale data da Roda, che ho sviluppato senza tradire la realtà”.
È inoltre visitabile fino al 29 marzo, presso l’archivio storico comunale, la mostra ‘Le avventure ‘educational’ di Martin Mystere (e del suo spin off, Tanit) nel delta del Po’.
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