Politica
17 Marzo 2019
Il partito berlusconiano invita le associazioni di categoria per fare il punto sul turismo, Musacci duro: "Non ho capito quale sia la visione". Fabbri: "Ferrara capitale della cultura è un progetto ambizioso ma il territorio lo merita"

Forza Italia lancia gli stati generali sul turismo. Fabbri: “Dobbiamo puntare in alto”

di Redazione | 3 min

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Sono, in buona sostanza, gli stati generali del turismo ferrarese quelli che Forza Italia ha organizzato in Castello con gli imprenditori di settore e le associazioni di categoria nel primo evento che “di fatto fa partire la campagna elettorale di Forza Italia per le amministrative”, per dirla con Fornasini.

Questo considerando il fatto che “ci presentiamo come coalizione ampia, che vuol dire condividere valori comuni ma anche caratterizzarsi singolarmente. Forza Italia ha nel suo dna il rilancio dell’economia e dell’occupazione sulla quale siamo drammaticamente fanalino di coda in regione”. E quindi “per la nostra città vogliamo escursionisti, turisti mordi e fuggi o gente che pernotta? Vogliamo crogiolarci su quanto fatto o fare altro?”.

La domanda è retorica, a partire da Fornasini stesso che si risponde citando il deficit infrastrutturale della provincia dalla Cispadana alla terza corsia dell’A13 alla Romea, per poi passare via via ai rappresentanti del mondo della ricezione. Però una promessa la strappa in fretta: “Non metteremo in discussione eventi come i Buskers o Internazionale, ma anche il Palio e il sistema museale. Quello che porta valore aggiunto verrà mantenuto e migliorato”.

Ferrara, secondo Zeno Govoni “è ritornata al livello del 2012, mentre nel resto del Paese si è cresciuti. E l’incremento è mancato per via dell’assenza degli investitori che potessero spingere sulla nostra città”. Comunque, “Ferrara è una città a forte vocazione turistica, bisogna spingere sul calendario e puntare ad avere 52 eventi l’anno, uno per weekend, anche perché soffre il turismo business”.

Per Matteo Musacci di Ascom-Fipe invece a mancare, totalmente, è la visione sul turismo: “Io non l’ho capita. Se è culturale abbiamo tutte le chiese chiuse allo stesso momento; se si punta sul business e decido di portare 400 persone non so dove metterle; se è per le famiglie non ci sono servizi e basta vedere com’è ridotto parco Massari. Sono stati dati migliaia di euro a Movida On in modo vergognoso, con gli stessi soldi si poteva fare un progetto di più ampio respiro”.

E se per Davide Bellotti di Cna “vanno ripensate le priorità per il nostro territorio”, e per Nicola Scolamacchia di Confesercenti “abbiamo una necessità concreta di sapere cosa viene fatto a Ferrara”, è il candidato del centrodestra Alan Fabbri a tirare le fila del discorso. Rimarca le promesse già fatte durante nel corso della campagna elettorale — il recupero di un chilometro di mura l’anno, il miglioramento delle ombre anche nel turismo, il cambio della strategia comunicativa per “riportare Ferrara nelle cronache nazionali in modo collaborativo per quello che ha da offrire” —, poi parla di identità.

“Oltre a dover puntare in alto – afferma Fabbri – e a chiedere l’alta velocità e un sistema di viabilità adeguato portando risorse e ristabilendo equilibri, dietro a quella parola ci sono tante cose che possiamo inserire, ma è la base di partenza per dare qualcosa di più a questo territorio passando attraverso gli eventi e i musei ma anche la gastronomia e l’agricoltura. Abbiamo un territorio che in molti ci invidiano, è nostro compito definire una strategia per uscire da una situazione ferma da troppo tempo. Inoltre abbiamo il progetto ambizioso di Ferrara capitale della cultura: il territorio lo merita, in modo sinergico si può unire il territorio per portare avanti un progetto”.

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