I Luz (foto di Andrea Boccalini)
Lunedì 18 marzo, alle 21.30, al Jazz Club di Ferrara, i Luz presentano in concerto il loro ultimo album “Encelado”, uscito il 22 febbraio per Auand.
Luce e oscurità, spazio cosmico, deserti, poesia, scienza, mito: tutto questo è il secondo album in studio per i Luz, al secolo Giacomo Ancillotto (chitarra), Igor Legari (contrabbasso) e Federico Scettri (batteria).
Un disco “interstellare” composto da 9 brani originali che richiamano una moltitudine di prospettive e riflessioni intorno agli astri e al cosmo. Il punto di vista privilegiato è quello dell’uomo che, dalla Terra, scruta il cielo alla ricerca del mistero dell’origine.
Dalle navicelle spaziali in grado di portare l’uomo in orbita ai demoni senz’anima dell’Amazzonia, quella dei Luz è una narrazione a metà tra scienza e magia che non rinuncia anche a un pizzico di autoironia. E su questo contrasto tra opposti, tra realismo e magia, gioca anche la copertina dell’album, Tres hombres con sillas regalata all’ensemble dal pittore cileno Juan Martinez Bengoechea, cui è dedicato uno dei brani dell’album.
Si parte da Soyuz!, un omaggio alla gloriosa cosmonautica sovietica, un’ode alla scienza, alle macchine e all’ingegno umano, composta dal contrabbassista Legari. Atacama sposta invece il punto focale nell’arido deserto dell’America meridionale. E ancora, Ground Control, dedicato a David Bowie per i quarant’anni del suo psichedelico Space Oddity. O Hum, che evoca il sussurro profondo e continuo dell’universo.
La loro scrittura si mescola all’improvvisazione in una moltiplicazione di linee melodiche e in uno scambio continuo dei ruoli tra i tre musicisti. E questo gioco di ruoli e significati si riflette anche nel titolo del disco, Encelado, il gigante figlio di Gea e Urano che fece guerra agli dei dell’Olimpo, secondo il mito, ma anche uno dei 64 satelliti di Saturno.
I Luz, il cui nome viene da quell’ossicino minuscolo anche detto “nocciolo dell’immortalità”, dal 2012 hanno suonato in tutta Europa, partecipato a festival, trasmissioni radiofoniche e televisive, inoltre la loro musica è stata utilizzata come colonna sonora per cortometraggi e documentari. L’album, registrato in un paio di giorni nello studio Jambona Lab di Antonio Castiello e Aldo De Sanctis, esce per l’etichetta Auand, così come Polemonta, il loro disco d’esordio del 2014, questa volta anche in formato vinile oltre che in cd. E ora live al Torrione.
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