Fabio Felisatti
di Martin Miraglia
Riva del Po. Continuano le schermaglie tra leghisti ed ex militanti sull’uso del simbolo della Lega in vista delle amministrative del Comune anticipate dalla fusione. A riportare il tema alla ribalta è il referente della Lega di Riva del Po Fabio Felisatti, che in una nota inviata alla stampa scrive che “continuano gli utilizzi non autorizzati del simbolo leghista da parte di alcuni consiglieri espulsi dal partito di Matteo Salvini”.
Felisatti, che più avanti mette per iscritto il nome dell’ex consigliere ed ex leghista Stefano Bigoni — ora militante di Grande Nord — parla di un “inconveniente che si era presentato già nei mesi antecedenti la fusione tra i due comuni quando un ex esponente del partito, non dimessosi dalla carica consiliare, utilizzava il simbolo della Lega su carta stampata, volantini, pagine Facebook e quant’altro”, ricordando poi che “la segreteria provinciale prima e quella nazionale poi avevano decretato la sua espulsione per gravi inosservanze e violazione del regolamento e dello statuto”.
“Il simbolo della Lega”, prosegue Felisatti, “era stato sfruttato per raccogliere consensi a favore della fusione, quando invece la Lega si era schierata chiaramente per il no. L’intento di Bigoni era di sfruttare a proprio favore il simbolo di Salvini spacciandosi ugualmente per leghista senza autorizzazione e ritegno alcuno”. Non solo: “Speravamo che tale comportamento cessasse dopo il referendum, ma entrati in campagna elettorale Bigoni e l’altro consigliere eletto coi voti della lega continuano ad organizzare eventi elettorali facendo un uso improprio e non autorizzato del simbolo solo per brillare di luce altrui e attrarne scorrettamente consensi. A tali iniziative si è aggiunta la lista civica Il Borgo”.
Stefano Bigoni
“Vogliamo solo che i cittadini siano correttamente informati dalle forze politiche in campo e che non vengano trattati solo come elettori”, conclude Felisatti che invita quindi “formalmente” i due ex consiglieri “a desistere dall’utilizzo improprio del nostro simbolo riservandoci di tutelare i nostri diritti nelle sedi opportune”.
Una narrativa questa alla quale però il diretto interessato non sottostà, bollandola come “caccia alla streghe”.
“Io sono stato eletto con il simbolo della vecchia Lega”, spiega Bigoni a Estense.com, “e ho usato quel simbolo, quello della Lega ‘vera’, per la durata del mio mandato da consigliere che è terminato il primo gennaio con l’avvenuta fusione del Comune”. Il logo della ‘vera’ Lega a cui si riferisce Bigoni è quello risalente ai tempi di Bossi e ‘inaugurato’ nel 2012 sul quale compare ancora la dicitura ‘Nord’, la scritta ‘Padania’ e oltre alla figura storica di Alberto da Giussano è presente anche il Sole delle Alpi. Tre elementi questi tutti scomparsi gradualmente dalla comunicazione del brand leghista: la scritta ‘Nord’ è stata accantonata nel 2017 insieme al Sole delle Alpi, la scritta ‘Padania’ non è più usata almeno dal 2013, prima sostituita dal nome di Maroni, poi dalla scritta ‘Basta Euro’ e infine, dal 2015, da ‘Salvini’ e ‘Salvini premier’.
“Non c’è nessun uso improprio del simbolo”, conclude poi Bigoni, “il referente della Lega di Riva del Po si tranquillizzi e la smetta con questa caccia alle streghe”.
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