Attualità
12 Marzo 2019
Un'area verde circonderà cinque camere ardenti posizionate in modo da ricreare un villaggio. Spazi dedicati anche agli altri culti religiosi

La nuova Cittadella del Commiato ribalta il concetto di camera mortuaria

di Redazione | 2 min

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Il grande processo di riqualificazione dell’area del vecchio Sant’Anna di corso Giovecca parte ridando la giusta dignità ai defunti al momento dell’ultimo saluto con i propri cari. Cinque camere ardenti, aree verdi e un posizionamento degli edifici che richiamano a un villaggio, i cui spazi che lo compongono riceveranno luce e aria direttamente dal cielo.

Insomma, la Cittadella del Commiato che insisterà su via Rampari di San Rocco, e che che ha preso forma per il momento solamente sulla carta e su un plastico, ribalterà il modo di concepire l’attuale camera mortuaria.

Si tratta di cambiare “la proposta di servizio di un posto molto delicato, emotivamente coinvolgente che ha avuto diversi rimaneggiamenti” annuncia il sindaco Tiziano Tagliani, il quale svela che è già stato “completato sia l’iter amministrativo sia quello finanziario per la realizzazione del progetto”.

Progetto che ha avuto un contributo di 500mila euro dalla Regione Emilia-Romagna che ha “consentito di finanziare il concorso di progettazione” informa l’assessore all’Urbanistica Roberta Fusari. Il costo dell’opera, divisa in due lotti, ammonterà invece a 3 milioni e 277mila euro.

L’incarico è stato affidato allo studio dell’architetto Tomas Ghisellini, e spulciando il dossier sul progetto definitivo si scopre, conviene Fusari, che “la riqualificazione punta a valorizzare non solo la nostra città, ma attraverso un servizio pubblico, e civico, a ridare qualità a un luogo che aveva necessità di intervento”.

“Si tratta di una scelta di civiltà, il progetto recupera una dimensione più civile e rispettosa nel momento del commiato, in linea con i sentimenti e gli stati d’animo che si provano in quei momenti” conferma l’assessore ai Lavori Pubblici Aldo Modonesi, che si toglie anche un sassolino dalla scarpa: “In questa legislatura ci siamo distinti per la scelta di affrontare temi e particolari come questo, facendo riferimento a concorsi di progettazione. Siamo stati fra i pochi comuni a farlo”.

“La struttura nasce come idea del villaggio, come matrice di condivisione e avrà una cintura verde che cinge il bordo dell’edificio” afferma l’architetto Tomas Ghisellini. Ma non è tutto, perché nella Cittadella del Commiato sarà ricavato – “oltre alle cinque camere ardenti divise in due ambienti, uno per l’esposizione della salma e uno per il raduno dei congiunti” – anche uno spazio “dedicato agli altri culti” anticipa lo stesso tecnico.

A mancare, a questo punto, è l’aspetto della gara, poi si inizierà il vero e proprio accantieramento le cui tempistiche non dovrebbero andare oltre l’anno, se è vero, come assicura l’ingegnere comunale Luca Capozzi, che “i due lotti del cantiere non sono complessi”. 

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