Lettere al Direttore
9 Marzo 2019

Ho scritto alla Bce, l’Italia può risparmiare 70 miliardi

di Redazione | 3 min

Il 7 marzo 2019 Draghi ha annunciato sia l’avvio di nuove aste “Ltro” (long term refinancing operation) e in pratica la prosecuzione della “stampa” di nuovi euro fino al 2020. Torna di attualità, ma lo è sempre stato, un carteggio che ho avuto tra il 2013 e il 2014 con la Banca Centrale Europea, dal quale emerge con chiarezza come sarebbe possibile per l’Italia risparmiare fino a 70 miliardi di euro all’anno di interessi pagati sui Titoli di Stato. Tutto questo senza uscire dall’Eurozona e senza violare i Trattati europei, anzi proprio grazie ai Trattati (vedi comma 1 e 2 dell’art. 123 del TFUE – Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea).

In parole semplici la BCE ha “stampato” dal 2012 ad oggi più di 2800 miliardi di euro. A chi li ha dati? Ai Governi dei singoli stati dell’Eurozona? No. Alle banche private, come prevede l’art. 123 (comma 1) del Trattato di Funzionamento dell’Unione Europea? Si.

In pratica la BCE crea dal nulla 2800 miliardi e li presta alle banche private, oggi, allo 0% di interessi. Le banche private con questi soldi acquistano i Titoli di Stato e ci guadagnano la differenza (che sono parecchi punti percentuali nel caso della Grecia, tra il 2 e 3% nel caso dell’Italia). Ora il perché la BCE invece di prestare questi soldi allo 0% direttamente ai governi di quegli stati in difficoltà, lo presta invece alle Banche, sarebbe la domanda giusta da porsi. Ma lo scopo di questa lettera è indicare una soluzione.

Infatti il comma 2 dello stesso articolo 123 indica che una Banca Pubblica può accedere a questo prestito alle stesse condizioni del sistema bancario privato.

In questo modo la Banca Pubblica prende il prestito allo 0 % e lo gira allo Stato italiano per esempio allo 0,5 %. La Banca Pubblica ha un guadagno netto dello 0,5% e lo Stato italiano risparmierebbe la differenza tra i tassi di interesse in vigore (2-3%). Stiamo parlando di una cifra che oscilla tra i 30 e i 70 miliardi l’anno. E’ possibile trovare la proposta insieme ad altre soluzioni su un articolo a firma di Enrico Grazzini apparso su Micromega, il 18 maggio 2018 (http://temi.repubblica.it/micromega-online/come-diminuire-il-debito-italiano-senza-austerita/). Proposta che molti hanno indicato come percorribile (insieme a proposte validissime come quelle di Paolo Savona, Marco Cattaneo e altri illustri economisti e statisti).

In Italia non abbiamo però avuto negli ultimi 20 anni statisti validi al governo e ad oggi non abbiamo nemmeno banche pubbliche. Infatti Romani Prodi in un impeto distruttivo e catastrofico per il nostro paese ha avviato le privatizzazioni bancarie e dell’IRI e Giuliano Amato a ruota (purtroppo la lista di politici guidati da interessi sovranazionali sarebbe ancora lunga). Ma sarebbe possibile ‘costruire’ una banca pubblica con MPS o con Cassa Depositi e Prestiti.

Potremmo tornare a respirare, potremmo tornare tutti a contribuire con il nostro lavoro a creare ricchezza reale avendo i soldi (creati dal “nulla” dalla BCE e quindi senza doverli restituire) per far ripartire l’economia e creare un futuro di crescita e benessere per i nostri figli. Possiamo farlo se ci accorgiamo di quanto le idee, che oggi guidano la scienza economica, siano idee che fanno gli interessi non di chi lavora o vorrebbe lavorare, ma di chi vive governando il flusso monetario e speculando con la moneta. E con un po’ di autocritica grazie alla nostra inconsapevolezza e fiducia mal posta.

Claudio Bertoni

Gruppo Cittadini Economia Ferrara

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