Politica
4 Marzo 2019
Due tra le principali associazioni di ex azionisti criticano l'ex premier per le scelte fatte al governo e il suo intervento a Ferrara

Carife, risparmiatori delusi dalla ‘autodifesa’ di Renzi: “Ne avremmo fatto a meno”

di Redazione | 3 min

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Non sono tornati a contestare Matteo Renzi in pubblico durante la sua visita a Ferrara, ma l’opinione degli ex azionisti ‘azzerati’ di Carife sull’ex premier non è decisamente migliorata. E non hanno mancato di farlo notare i rappresentanti delle associazioni ‘Risparmiatori Azzerati Carife’ e ‘Movimento Risparmiatori Traditi’ all’indomani delle dichiarazioni ferraresi di Renzi, che è tornato a parlare della vicenda delle banche andate in risoluzione a fine 2015 difendendo l’operato e le posizioni della propria parte politica: “Marattin aveva ragione – sono le sue parole -: è stato un errore fidarsi di Banca d’Italia”.

Parole che non vanno giù alle due associazioni di ex azionisti, secondo cui “ancora una volta l’allora Presidente del Consiglio non ha perso occasione per giustificare la scelta scellerata della risoluzione delle quattro ‘banchette’, compresa Carife”. I risparmiatori hanno sempre sostenuto che sono state le scelte compiute dal governo nel recepire “retroattivamente” la direttiva comunitaria sul bail-in ad aver “messo in ginocchio i territori”: una responsabilità quindi prima di tutto del governo Renzi che all’epoca era in carica.

Secondo i rappresentanti delle associazioni “la norma (sul bail-in, ndr) entrava il vigore il 1/1/2016 e Cassa di Risparmio di Ferrara è stata dichiarata risolta il 22/11/2015. E’ stato calpestato l’articolo 47 della Costituzione che prevede la difesa del Risparmio. Per quello che è successo, nessuno ha mai spiegato ai risparmiatori il motivo per cui Carife commissariata da Banca d’Italia dal 2013 al 2015, pur avendo un piano di salvataggio della stessa approvato dall’assemblea degli azionisti il 30/7/2015, è stata poi colpita dal “cosiddetto decreto salvabanche”. Dal Commissariamento alla sua risoluzione la banca è stata letteralmente distrutta dalla fuga di clienti, dalla perdita di volumi e altro ancora, e per essa non è stato disposto alcun piano industriale”.

Uno scenario che secondo le associazioni non è stato mai realmente chiarito e per il quale ci sarebbe potuto essere almeno un’alternativa: “Il Piano di salvataggio prevedeva un aumento del capitale del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi di 300 milioni, e il Fitd interveniva solo sulle banche con accertate condizioni di salvabilità. Nella Commissione parlamentare di inchiesta sulle Banche abbiamo saputo che il Fitd era pronto a versare l’assegno di salvataggio il 26/11/2015, ma Carife era stata azzerata il 22/11/2015, quattro giorni prima. Questo paradosso non è mai stato spiegato ai risparmiatori azzerati. La storia particolare della nostra comunità, i conclamati errori e le ingiustizie commesse in passato, in questi tre lunghi anni sono stati raccontati in tutte le sedi istituzionali fino allo sfinimento”.

È per questo che il giudizio su Renzi dei rappresentanti delle associazioni rimane severo: “Un senatore della Repubblica qual è Matteo Renzi, spalleggiato dal deputato Luigi Marattin – scrivono gli attivisti -, non può esprimersi in questo modo nei confronti dei risparmiatori messi in ginocchio da una norma; se c’è stato errore nel fidarsi di Banca d’Italia, questo va risolto, va affrontato, non a parole, ma con fatti. Ora tutta la politica del territorio, deve far quadrato al fine di portare a termine il faticoso iter per l’emanazione del decreto attuativo sugli indennizzi, atteso da anni dai risparmiatori, che stenta a vedere la luce. La nostra gente è allo stremo, non può più attendere ma può fare a meno di sentire parole inutili come quelle sentite in questi giorni”.

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