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26 Febbraio 2019

Oscar, trionfo di Rami Malek e Lady Gaga 

di Redazione | 3 min

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Come lo scorso anno, il tema conduttore della cerimonia degli Oscar fu MeToo, ancora importante, tuttora scottante, anche quest’anno un altro ha infiammato, positivamente, i cuori della cerimonia cinematografica più famosa del mondo: è stata la volta del riscatto afro-americano e come ha sottolineato il regista di Green Book, Peter Farrelly, La vittoria dell’amore, a dispetto delle differenze.

 Con l’esibizione dei Queen sul palco del Dolby Theatre di Los Angeles, quest’anno senza un presentatore ufficiale, l’evento ha avuto inizio.

Un omaggio a Freddie Mercury non casuale, visto che Bohemian Rhapsody, il film che racconta la vita del grande artista, era tra i favoriti di quest’anno.

Green Book ha vinto come miglior film anche se non era tra i favoriti ed anche nella categoria miglior attore non protagonista (Mahershala Ali) e miglior sceneggiatura originale.

Ed il suo plot, la storia di un’amicizia tra un afro-americano ed un italo-americano era in linea con il mood della serata – come detto più sopra – con interventi all’insegna dell’amicizia e della fratellanza fra diversi seppur eguali.

Tre statuette sono andate a Roma, Leone d’oro alla 75a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, del regista messicano Alfonso Cuarón (miglior regia, film straniero e fotografia).

Miglior attore protagonista, inciampato sul palco per l’emozione, senza conseguenze gravi, per fortuna, è risultato Rami Malek per Bohemian Rhapsody. Miglior attrice protagonista Olivia Colman per La Favorita, pure presentato a Venezia 75.

Lady Gaga ha vinto nella categoria miglior canzone con Shallow, brano presente nel remake, A Star Is Born, di Bradley Cooper.

Spider-Man: Into the Spider-Verse è risultato il miglior lungometraggio animato. In questo premio c’è anche un po’ d’Italia, grazie a Sara Pichelli, giovane disegnatrice di fumetti uscita dall’ottima scuola di matrice marchigiana, come Simone Massi, autore della sigla ante-film della Mostra del Cinema di Venezia degli ultimi anni.

E per tornare al ‘tema’ della serata, da dire che Spike Lee ha avuto la statuetta (la prima, dopo cinque nominations) per la miglior sceneggiatura non originale per il suo BlacKkKlansman.

 “Le elezioni presidenziali del 2020 sono dietro l’angolo – ha detto Lee sul palco, infiammando la platea ed il pubblico che lo ha applaudito in piedi – mobilitiamoci, mettiamoci dal lato giusto della storia. Facciamo una scelta morale tra l’amore e l’odio – E per non smentirsi, auto-citandosi, ha aggiunto: Facciamo la ‘cosa giusta’.

“Ringrazio mia nonna che è stata una schiava’: rendo omaggio a lei ed ai nostri antenati – ha aggiunto – Grazie al loro sacrificio, oggi siamo qui. Grazie per aver costruito il Paese e sopportato il genocidio dei nativi“.

Dopo la vittoria di Regina King come miglior attrice non protagonista per If Beale Street Could Talk – Se la strada potesse parlare, la costumista Ruth Carter ha vinto l’Oscar per i migliori costumi grazie alla sua rappresentazione dei costumi della popolazione di Wakanda per Black Panther.

E per lo stesso film Hannah Beachler e Bay Hard han vinto l’Oscar per la miglior scenografia.

La Carter ha poi ringraziato Spike Lee, il regista che per primo ha creduto in lei e poi ha reso omaggio al messaggio di Black Panther, il primo film tratto da un fumetto candidato come miglior film.

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