Politica
27 Febbraio 2019
Consiglio straordinario a Lagosanto, focus sul nosocomio cittadino e su 4 milioni di investimenti nel Distretto. Il sindaco Romanini sotto attacco replica all'opposizione

“L’ospedale del Delta vive e rivive”, Ausl fa il punto in un clima da campagna elettorale

di Redazione | 6 min

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Lagosanto. “L’ospedale del Delta è vivo e si rinnova”. È il motto che accompagna il consiglio straordinario sulla sanità provinciale convocato a Lagosanto su richiesta del gruppo consiliare ‘Civici per Lagosanto’, composto dai consiglieri (ex maggioranza) Davide Bigoni e Stefano Bigoni, di cui solo il primo presente alla serata che ha previsto gli interventi della direzione dell’Ausl Ferrara ma non quelli dell’azienda ospedaliera Sant’Anna.

Il focus del direttore generale Claudio Vagnini e della direttrice sanitaria Nicoletta Natalini si concentra a lungo, comprensibilmente, sul locale Ospedale del Delta e sul distretto sanitario di riferimento, il Sud-Est con i suoi 99 mila utenti, due ospedali, tre Case della Salute, un Osco e un Hospice. Prima di illustrare stato di fatto e progetti futuri del nosocomio di Valle Oppio, Vagnini sottolinea come proprio tutte le strutture extra-ospedaliere godano continuamente di scarsa attenzione da parte dei media e dell’opinione pubblica, anche facendo mea culpa sull’aspetto ‘comunicativo’ dei servizi sanitari, presenti in gran numero (a differenza che in altre realtà territoriali) a testimoniare che “c’è volontà di garantire assistenza continua ai cittadini di quest’area”.

Posto il pesantissimo indice di vecchiaia del Distretto e della provincia intera, poste le problematiche di carattere nazionale legate a tempi di attesa, assunzioni di medici specialisti e punti nascita – tutti ‘cancri’ della sanità nazionale di quest’epoca – il direttore generale smentisce la ‘diceria’ di un Ospedale del Delta non più attrattivo dal 2011 e difende con forza le scelte dell’azienda sostenute anche finanziariamente dalla Regione: “A Lagosanto non stiamo vivacchiando, stiamo facendo scelte e investimenti importanti e sinceramente mi spiace leggere continue dichiarazioni di esponenti politici che denigrano il lavoro di operatori e professionisti impiegati qui: non è vero che si lavora solo a Cona, altrimenti i dati sulla produttività per il Delta non sarebbero quelli che abbiamo. Credo sia un atteggiamento che nasconde molta ignoranza”.

Tra i fiori all’occhiello dell’ospedale di Lagosanto, Vagnini annovera certamente la Pma (Procreazione Assistita), “punto di eccellenza nazionale, oggi terzo in Italia, inizialmente parecchio snobbato. Siamo partiti con un po’ di fatica ma siamo già al punto di parlare di una struttura che si appresta a conquistare il terzo livello in pochi mesi e che solo a gennaio 2019 ha assistito 22 coppie e garantito oltre 120 prestazioni”. Proseguendo con i numeri, relativamente agli altri servizi e reparti, per il Delta si registra una stabilità di ricoveri, prestazioni ambulatoriali e diagnosi per immagini, oltre agli accessi sostanziosi alla medicina di gruppo (65mila accessi in un anno a fronte di 4700 utenti) e per il Pronto Soccorso. Sul personale, “c’è la volontà di mantenere la dotazione complessiva (120 medici, 90 oss, 218 infermieri) e proseguire con i concorsi per incrementarla”.

Vagnini ricorda anche il periodo buio dell’ambulatorio del Piede Diabetico (che dopo uno stallo è tornato competitivo) e l’innovativa tele-cardiologia, un sistema diagnostico che sarà sostenuto dalle risorse destinate dalle Strategie Aree Interne. A proposito di investimenti, un’altalena segna quota 370mila nel 2015, poi un balzo a 2 milioni nel 2016. Si riscende a 220mila nel 2017 e si torna sui 2 milioni del 2018. Per il 2019 le risorse più consistenti saranno destinate alla corposa ristrutturazione del Pronto Soccorso, che secondo le previsioni vedrà la luce a dicembre 2020 dopo un anno di lavori che costringeranno il servizio a spostarsi in un ampio ambulatorio adiacente. “Abbiamo concordato questa scelta con operatori e medici – spiega Natalini -, evitare lo spostamento avrebbe allungato i tempi: i disagi non mancheranno purtroppo, ma l’intervento è ambizioso, necessario e atteso da pazienti e personale”.

Da sinistra Nicoletta Natalini, Maria Teresa Romanini e Claudio Vagnini

I direttori non dimenticano in questo caso di ringraziare la Regione, che ha garantito finanziariamente l’intervento con 4 milioni di euro (di cui 2 per il Pronto Soccorso e altri 2 per il rinnovo attrezzature nell’intero distretto) e sottolineato la disponibilità ad accogliere le recenti modifiche progettuali.

I riferimenti alle risorse annunciate dall’ultimo bilancio di previsione dell’Ausl forniscono all’opposizione in consiglio l’assist perfetto per rivangare la bocciatura del sindaco Romanini. Era il giugno 2018. “Tutti questi investimenti erano previsti già in quel bilancio? I sindaci erano consapevoli che c’erano in gioco queste risorse?” chiede provocatorio Davide Bigoni. Vagnini conferma. Federico Menegatti, capogruppo M5S (che ha appoggiato la richiesta del consiglio straordinario in corso) ricorda una Romanini “che ha sempre appoggiato la chiusura dei reparti che oggi di fatto non abbiamo più, e che ora sembra essersi messa di traverso contro il nuovo corso della sanità provinciale: vorrei un chiarimento rispetto alle sue posizioni”.

“Abbiamo ancora una cardiologia, abbiamo compensato il Punto Nascite – chiuso per una normativa nazionale e non salvato dalle deroghe che invece altri ospedali hanno ottenuto – con una Pma di grande pregio che sostiene in modo differente la natalità, aiutando molte coppie ad affrontare una patologia in crescita. Volendo fare un bilancio dei miei cinque anni – risponde Romanini – mi definisco un sindaco impegnativo, mi sono battuta in più battaglie (cita ad esempio quella sulle nomine dei primari, ndr), per garantire i servizi sanitari e dare risposte a utenti e turisti che fortunatamente ancora ci fanno visita. Presto avremo un Pronto Soccorso adeguato alle recenti normative e spero di portare a casa ancora altri risultati entro fine mandato (maggio 2019, ndr)”.

Romanini ribadisce poi la sua contrarietà a mettere in discussione il servizio di guardia radiologica (“che non torni di moda”). “Sulla conferenza sociosanitaria che ha registrato la mia bocciatura al bilancio confermo i miei dubbi e resto convinta del mio voto negativo” aggiunge. “Invito la politica regionale a riflettere sull’accordo quadro votato dai sindaci nel 2016, a rivederlo alla luce delle nuove necessità: serve creare un vero equilibrio tra le due aziende e definire questa inter-aziendalizzazione che sembra penalizzare quella territoriale e non porta alcun beneficio”.

“Dalla mia elezione nel 2014, ogni anno è l’anno della chiusura del Delta. Rivendico i miei risultati, sono contenta di quel che ho fatto anche se ho ricevuto attacchi politici continui. Se tutto ciò è servito a mantenere i servizi sanitari su questo territorio, allora ne è valsa la pena. Mi auguro che chiunque venga dopo di me faccia il possibile per mantenere tutto questo”.

A rinnovare l’attacco politico è Bigoni, che riprende la parola per far notare che “se tutti i sindaci avessero votato come lei, oggi non saremmo qui a parlare di progetti e investimenti”. Poi esprime soddisfazione per la serata: “Il confronto è stato utile, ma non raccontiamoci che va tutto bene: ottimo investire ma servono tempi certi di intervento, serve risolvere il problema delle assunzioni e porre un freno alla mobilità passiva. Credo che si debba in futuro sensibilizzare queste problematiche attraverso un grande movimento civico popolare. Esprimo solidarietà e stima a chi lavora quotidianamente a Valle Oppio e (dal punto di vista politico) ribadisco che se oggi possiamo contare su queste risorse è perché altri sindaci hanno votato a favore di quel bilancio, non certo per merito delle uscite di Romanini sulla stampa”.

In chiusura, (ormai) in pieno clima da campagna elettorale, il sindaco sbotta: “I primi a vantare meriti sulla stampa relativamente alla ristrutturazione del Ps sono stati Zappaterra e Calvano, a gennaio 2018. Il mio voto contrario era dettato dalla scarsa certezza, all’epoca, sulla destinazione di quelle risorse: qualcuno voleva distribuirle in maniera diversa nel Distretto, nonostante accordi molto chiari. La svolta a favore dell’Ospedale del Delta si deve a un dietrofront della Regione sulla questione dei punti nascita (quando ormai avevano chiuso il nostro) alle deroghe concesse agli altri, tra cui Cento, con conseguente ‘figuretta’ procurata ai sindaci Pd del territorio. I finanziamenti arrivano per questo motivo”.

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