Goro
26 Febbraio 2019
Sulla governance della Sacca e i problemi noti, per Coalmo la Regione 'tira i remi in barca' con la scusante della scadenza di mandato, "eppure per altri temi il tempo si trova: è evidente che a mancare non è il tempo"

Vongole, Conventi: “Manca la volontà politica di risolvere i problemi in Sacca”

di Redazione | 3 min

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Goro. “La possibilità che ogni operatore possa fruire del novellame selvatico, nel rispetto di regole ma tenendo conto delle proprie esigenze, è una condizione imprescindibile che neppure la Regione può ignorare e scavalcare”. La cooperativa ittica Coalmo torna sulla questione delle concessioni demaniali marittime e sulla gestione della nursery di vongole in Sacca, rivolgendo ai gruppi assembleari regionali l’invito a manifestare i loro propositi.

“Una concessione a questa finalità – scrive il presidente della coop Rino Conventi – non è una concessione quali tutte le altre, infatti la Regione stessa non vi applica parte della propria regolamentazione.  Immaginare un bando pubblico dove soggetti consorziati concorrono per l’aggiudicazione di tutte le aree a questa finalità è quanto di più sbagliato la pubblica amministrazione possa fare”.

Una situazione di questo genere vedrebbe, fa notare Conventi, “un aggiudicatario che acquisisce e mantiene una posizione di preminenza e che avrebbe tutte le carte per imporre le proprie scelte nell’individuazione di modalità di gestione, incarichi, spese. Mentre a chi ritenesse inconciliabili queste modalità con le proprie esigenze, rimarrebbero due strade: rivolgersi al giudice ordinario o rinunciare al diritto di approvvigionarsi di novellame selvatico di vongola nella nursery, cercando di reperire (a caro prezzo) il seme da aziende che si sono specializzate in questa attività”.

“E’ questo il fine cui vuole giungere l’attuale giunta regionale emiliano-romagnola? Da anni – continua Conventi –  chiedo venga istituita con legge regionale un consorzio pubblico-privato in questo senso. Recentemente mi è stato risposto non vi sia più tempo, data la scadenza del mandato: credo che il tempo ci sia stato e ci sarebbe ancora: proprio qualche giorno fa, il presidente Bonaccini rassicurava la stampa sulla capacità di approntare una legge per le case-famiglia entro l’estate: è evidente che a mancare non è il tempo, nel nostro caso, ma la volontà politica”.

La soluzione tampone, secondo Conventi, potrebbe essere “quella di rilasciare una concessione ex-novo a tutte le cooperative che ne fanno richiesta, modificando solo il regolamento di gestione così come era emerso necessario fare nell’incontro presso il Servizio Regionale competente, in data 14 gennaio; è comunque paradossale ci si trovi a presentare l’istanza fuori tempo (lo si sarebbe dovuto fare entro 90 giorni dalla scadenza, ovvero entro fine settembre 2018), ma giunti a questo punto, in attesa dell’esito delle prossime elezioni regionali, il male minore sarebbe l’aggiudicazione delle aree nursery a quelle cooperative ad oggi in regola con la presentazione dell’istanza, fermo restando l’obbligo in capo ad esse di acconsentire l’ingresso delle cooperative ritardatarie”.

“La aree per il reperimento del novellame selvatico sono patrimonio comune di tutti gli acquacoltori e per questo devono essere messe a disposizione di tutti: un regime privatistico è completamente incompatibile con tali necessità. La Regione, ammettendone la piena ed esclusiva potestà a tale proposito, ha l’obbligo politico di assumersi la responsabilità del corretto funzionamento di questo delicato meccanismo, riservandosene la governance. Auspichiamo – conclude Conventi – che le forze politiche dell’assemblea regionale e le associazioni di categoria che si riconoscono in questi principi manifestino i loro propositi”.

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