Attualità
20 Febbraio 2019
Accesso facilitato e orari di visita più lunghi. Il direttore Volta: "Benefici di gran lunga maggiori delle difficoltà"

Addio camice e limitazioni, la Terapia Intensiva si “apre” ai familiari

di Redazione | 3 min

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Da sinistra Zoppellari, Di Ruscio, Volta, Marangoni, Guerzoni

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La Terapia Intensiva di Cona si “apre” ai familiari dei pazienti facilitando l’accesso e gli orari di visita. Le nuove regole per accedere al reparto sono state attivate a partire da lunedì 18 febbraio.

L’idea di partenza è quella di eliminare quanto più possibile le limitazioni all’accesso nei reparti intensivi, laddove sono ricoverati pazienti particolarmente acuti o in pericolo di vita.

Da lunedì, quindi, non è più necessario indossare alcun camice protettivo prima di entrare a fare visita ad un proprio caro e gli orari di accesso saranno dalle 14.30 a mezzanotte per consentire al malato di sentire la vicinanza e il calore dei suoi familiari.

Potrà entrare una persona alla volta dopo essersi lavata accuratamente le mani e, in certi casi indicati sul momento, avere indossato una mascherina protettiva. Nel caso in cui il familiare ricoverato sia minorenne, i genitori e i nonni avranno diritto all’accesso 24 ore su 24.

“I visitatori dovranno essere collaborativi e evitare ansie ingiustificate dentro il reparto, la situazione di ogni paziente è costantemente monitorata e, in caso di reale allarme, l’intervento è tempestivo – sottolinea la responsabile infermieristica del reparto, Paola Guerzoni -. Raccomandiamo la pulizia delle mani prima e dopo l’accesso nel reparto per evitare la diffusione di batteri all’esterno. In ogni stanza sarà presente un dispenser di gel per detergere le mani”.

Un’apertura complicata che richiederà tempo e uno sforzo in più al personale medico e paramedico del reparto. “Occorrerà del tempo per ottimizzare la novità e abituare i familiari dei pazienti ad attuare un comportamento consono e collaborativo ma abbiamo deciso di introdurre questo cambiamento perché riteniamo che i benefici siano di gran lunga maggiori delle difficoltà – rivela il direttore della Terapia Intensiva, Carlo Alberto Volta -. Crediamo che la vicinanza dei propri familiari sia un fattore tranquillizzante sia sul piano fisico che su quello psicologico per il paziente e, dall’altro lato, sia un beneficio per gli stessi familiari che possono stare a stretto contatto con il proprio caro senza più barriere. Sarà anche utile per i familiari osservare i trattamenti che vengono fatti ai pazienti in vista della loro futura assistenza al di fuori del reparto”.

Il libero accesso alla Terapia Intensiva, come dimostrato da numerosi studi, non pregiudica in alcun modo la sterilità degli ambienti e non mette a repentaglio la salute dei pazienti. “Il fatto che i visitatori potessero essere potenziali portatori di batteri e infezioni varie è ormai considerata una falsa credenza – spiega il direttore sanitario dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria, Eugenio Di Ruscio -. Questa operazione è un ulteriore passo verso una sempre più efficace umanizzazione delle cure mediche anche in luoghi particolarmente delicati come la terapia intensiva”.

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