Eventi e cultura
19 Febbraio 2019
L'ex operaio insegna meccanica ai detenuti e racconta il mito della classe operaia in un libro

Dalla fabbrica alla galera, il viaggio andata e ritorno di Valerio Monteventi

di Redazione | 3 min

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Valerio Monteventi (foto tratta dalla sua pagina Facebook)

Rete CambiaVento presenta mercoledì 20 febbraio alle 19 al circolo Arci Black Star di via Ravenna, l’ultimo lavoro letterario di Valerio Monteventi, “Ruggine, meccanica e libertà”, edizioni Alegre 2018.

Si discuterà assieme all’autore di mondo del lavoro, impegno politico e istituzioni carcerarie dagli anni ’70 fino ai giorni nostri. Modera Marco Belli, direttore artistico di Elba Book Festival. A seguire “Food&drinks&music” by Guio.

Un libro dalla fabbrica alla galera, andata e ritorno. “Due luoghi che si somigliano, un percorso tipico di tante scritture working class – spiega l’autore -. In fondo i proletari un tempo potevano permettersi di scrivere solo se andavano in prigione: il tempo morto del lavoro poteva allora convertirsi in scrittura”.

Valerio Monteventi racconta in autofiction un percorso carico di consapevolezza politica: figlio di operai vicini al Partito comunista italiano, cresciuto col mito della classe operaia, entra da studente universitario in fabbrica. Critica il lavoro salariato dall’interno smontando il mito del “chi non lavora non mangia” coltivato dalla generazione dei padri.

La repressione dei primi anni Ottanta lo porta, con una falsa accusa, nelle patrie galere. Ne esce con un’assoluzione e si lancia nella politica e nel lavoro sociale. Fino a quando il suo nuovo lavoro lo riporta dentro la prigione, stavolta come tutor di un gruppo di giovani detenuti che imparano da vecchi maestri di meccanica l’arte del tornio e della fresa. Vecchi con le mani d’oro, capaci di fare gli scarpini di metallo a un moscerino. Ad ascoltarli lima alla mano giovani proletari, spesso immigrati, costretti a imparare un mestiere e rapidi a percorrere ogni strada possibile per la libertà. La ruggine da un lato e il disco tagliente della mola dall’altro: quando si incontrano sul testo, liberano scintille.

Valerio Monteventi è nato a Bologna. Per undici anni operaio della Ducati Moto e per 25 il pilone in una squadra di rugby, ha poi fondato una cooperativa editoriale. Per sbarcare il lunario ha fatto molte occupazioni saltuarie: preparatore atletico, ghost writer, uomo di fatica e astronauta russo (in un serial televisivo). Da sempre attivo nelle lotte e nei movimenti, con spirito di mutuo soccorso è tornato a fare il metallurgico in mezzo a giovani detenuti e maturi “maestri” della meccanica. Dal 1993 al 2009 è stato consigliere comunale a Bologna. Ha pubblicato per Manni Come si fa. Tecniche e prospettive di rivoluzione (con Bifo, 2012), e per Pendragon Berretta Rossa. Storie di Bologna attraverso i centri sociali (con Serafino D’Onofrio, 2011), Ballate sediziose. Amori, rivolte, ormoni e altre storie (2013), Tosti e giusti. Storie di coraggio, antifascismo e resistenza (2018), per Centro Doc. ’77: storia di un assalto al cielo (2017), per Alegre Ruggine, meccanica e libertà (2018).

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