di Giuseppe Malatesta

Comacchio. Neppure l’estate ha risollevato i dati scoraggianti del turismo ferrarese emersi sei mesi fa, numeri parziali che già certificavano rispetto al 2017 il calo di arrivi (-0,6%) e pernottamenti (-3,2%) dalla città al mare e che facevano di Ferrara l’unica provincia della Regione in calo nei primi 6 mesi del 2018.

Tirate le somme a fine anno, il ridimensionamento rispetto a quel 2017 abbastanza da record interessa in generale l’intera regione. Istat conferma il trend negativo per Comacchio come per Ferrara, per gli altri Comuni costieri (Codigoro e Goro) come per Argenta. Unica eccezione in una tabella costellata dal segno meno, la città di Cento e i Comuni dell’entroterra raggruppati insieme. La provincia intera conferma il -0,6% sugli arrivi e cala ulteriormente nei pernottamenti fermandosi a -3,5%.

Eppure i dati nudi e crudi si prestano a facili semplificazioni, anche in considerazione del fatto che sono elaborati dai numeri forniti dalle strutture ricettive alberghiere e dagli affitti gestiti in forma imprenditoriale. Questo significa, soprattutto per la costa, non conteggiare i pernottamenti nelle seconde case occupate da proprietari o affittuari. Non certo una novità del 2018, piuttosto una delle falle della statistica che non fa male evidenziare.

A partire dal 2017 è stata introdotta la novità riguardante l’offerta ricettiva degli ‘altri alloggi privati’ (alloggi in affitto gestiti in forma non imprenditoriale, è il caso di AirBnB), ma tali informazioni non sono raccolte in maniera omogenea sul territorio.

Per il sistema tradizionale comunque, a titolo di esempio, chi pernotta in una struttura ricettiva per tre notti verrà calcolato come un arrivo e tre presenze. Ma il turista ‘mordi e fuggi’ che fa a meno del pernottamento non verrà conteggiato in nessun caso, come pure se sceglie come alloggio una casa in affitto. Va da sé che una tale misurazione ‘droga’, in negativo, principalmente il dato delle località balneari ricche di seconde case (a Comacchio siamo nell’ordine di 50mila famiglie) e, in positivo quello delle aree ‘business’. Ecco un’altra falla, che se vogliamo ‘inguaia’ ancor di più il turismo in provincia: il numero di arrivi ma soprattutto quello delle presenze non tiene conto della differenza tra chi pernotta per lavoro e chi per piacere.

Due esempi eclatanti di quanto la questione faccia la differenza li abbiamo in provincia: guardando ai dati, balza all’occhio il -30% dei pernottamenti per Argenta rispetto all’anno precedente: in questo caso occorre considerare che nel 2017 le strutture ricettive della zona avevano contato sul tutto esaurito per i lunghi mesi di caccia a Igor il Russo. Andando oltre, il caso più esemplificativo è quello di Codigoro.

Incluso nella categoria ‘Altri Comuni riviera ferrarese’ insieme a Goro con 13 esercizi e 183 posti letto, Codigoro balza in alto nei pernottamenti di ospiti stranieri con un imponente +135%. A determinare un dato simile, non la cronaca nera, non militari e giornalisti, ma i manager e gli impiegati della Kastamonu, l’azienda che si è insediata a Pomposa di Codigoro due anni fa. Più volte associazioni di categoria e amministrazione comunale hanno infatti riportato il tutto esaurito delle strutture ricettive locali, per lo più affittacamere e b&b, per effetto dei lavoratori turchi.

“Un incremento così alto è possibilissimo, non c’è da stupirsi: il dato è calcolato sul numero di notti e in questo caso parliamo di settimane e settimane di permanenza” conferma un albergatore della zona, che ricorda come “in fase di inserimento dei dati, noi non possiamo selezionare una tipologia business/congressuale perché il sistema non la prevede tra le opzioni. Figurano come turisti o ospiti di tipologia non specificata”.

Una criticità non da poco in una Regione che verosimilmente muove quotidianamente parecchi ‘turisti lavoratori’ e che, sommata al resto, rende i dati alquanto confusi, se non proprio insussistenti.