Economia e Lavoro
14 Febbraio 2019
Secondo l'associazione "I casi più frequenti sono i disguidi creati dalle telefonate del call center a domicilio"

Federconsumatori Ferrara si scaglia contro Tim: “Non rispetta gli obblighi verso gli utenti”

di Redazione | 3 min

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La Federconsumatori Ferrara si scaglia contro Tim Italia, responsabile a suo avviso di comportamenti poco corretti nei confronti degli utenti che sottoscrivono i contratti e senza essere adeguatamente informati, in particolare dopo aver accettato le proposte pervenute telefonicamente dai call center. “Tim ormai incide per oltre il 90% delle pratiche della telefonia aperte da Federconsumatori Ferrara – scrivono i rappresentanti dell’associazione -, per le più svariate motivazioni. I casi più frequenti sono i disguidi creati dalle telefonate del call center a domicilio, dove vengono fatte promesse e proposte che nulla hanno a che vedere con la realtà, per questo le persone che non sono addentro alle condizioni contrattuali pubblicizzate sui siti del gestore (in particolare gli anziani), molte volte accettano contratti che si rivelano irreali, utopistici, al limite della truffa”.

Secondo Federconsumatori, la prassi prevede che dopo avere pattuito un accordo telefonicamente, “Tim deve inviare a domicilio il contratto cartaceo, per dare modo all’utente di verificare che quanto sta scritto “nero su bianco” sia esattamente quanto concordato telefonicamente, questo perchè – se vi sono discordanze – l’utente possa attivare il “Diritto di ripensamento” previsto dalla Legge Bersani ed inviare una raccomandata A/R entro quattordici giorni lavorativi, dall’arrivo della documentazione, per l’annullamento del contratto stesso. Purtroppo questa procedura viene rispettata raramente, al contrario molte volte il contratto cartaceo non arriva proprio, tranne che non venga richiesto espressamente dall’utente (o da un’associazione a tutela dei consumatori) e spesso nemmeno dopo tali solleciti”.

In molti casi infatti, sostiene l’associazione “vengono attivati contratti per dei servizi non richiesti perché il call center afferma che sono compresi nel contratto o addirittura millantano il falso dicendo che (esempio certi modem e il TimVision) sono in comodato d’uso gratuito e quindi l’utente lo può accettare tranquillamente, fermo restando poi che nella prima fattura vengono regolarmente addebitati. Non solo. Infatti tali servizi sono rateizzati su 48 mesi, anche se il contratto stipulato ha validità 24 mesi, questo significa che se voglio dare disdetta dopo il ventiquattresimo mese mi rimangono da saldare ancora ventiquattro rate dei servizi sopraddetti, con continui contenziosi perché vengono pretesi i saldi anche se l’utente restituisce gli apparecchi. Tim, ultimamente, sta attuando un’altra modalità operativa che crea particolare fastidio agli utenti. Infatti sono già almeno cinque casi (negli ultimi cinque-sei mesi) che nonostante si sia raggiunto l’accordo in Segreteria di Conciliazione Regionale per dare un rimborso risarcitorio all’utente (di norma il saldo arriva entro 90 giorni) questo non avviene. Serve inviare solleciti e anche in questo caso non sempre c’è l’immediata esecuzione di quanto concordato”.

Un caso in particolare è quello di una utente residente nel Basso Ferrarese, per la quale è stato concordato con il verbale di Conciliazione Paritetica un rimborso di 500 euro che ad oggi non è ancora pervenuto. “Abbiamo inviato, con fax e pec – scrive la Federconsumatori -, un primo sollecito il 13/12/2018 ed un altro il 21/01/2019; quest’ultimo reclamo che intimava TIM a saldare il dovuto entro sette giorni, lo abbiamo inviato anche alla Segreteria di Conciliazione Tim Regionale e per conoscenza alla Federconsumatori Nazionale e Regionale. Il 22/01/2019 abbiamo ricevuto una e-mail dalla Segreteria di Conciliazione Regionale TIM che assicurava l’immediata chiusura della pratica entro il tempo richiesto (entro il 28 gennaio 2019), ma ad oggi ancora niente. Per tutto questo, crediamo, sia tempo di evidenziare tali comportamenti, che si stanno ripercuotendo negativamente soprattutto nei confronti di utenti bellamente snobbati e vessati da Tim”.

Di fronte a questa situazione secondo Federconsumatori “forse sarebbe opportuno investire nelle strutture che devono rispondere direttamente e concretamente agli utenti, attivando una maggiore e specifica formazione ai call center, privilegiando maggiormente il personale dei call center esteri, molte volte – non certo per colpa loro – non avendo ricevuto un’adeguata formazione tecnica e linguistica hanno difficoltà a capire e a farsi capire, causando spesso dei contrasti e conseguentemente dei contenziosi”.

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