Politica
13 Febbraio 2019
Il consigliere regionale sugli azzerati: “Il nostro compito, ora, come partito di governo è fare in modo che vengano risarciti”

Carife. Fabbri (Lega): “Sentenza non chiude il cerchio”

di Redazione | 2 min

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“Una cosa è certa: questa sentenza su Carife non chiude il cerchio su una vicenda che ha sconvolto tutto il territorio. A mancare all’appello è la responsabilità politica e materiale di chi portò la banca al fallimento: le vecchie gestioni che usarono l’istituto per fare favori agli amici degli amici, Bankitalia che non vigilò a dovere e il Pd che sul territorio, come a Roma non tutelò a sufficienza i risparmiatori. Dalla Lega al governo, massimo impegno per il risarcimento delle famiglie che hanno perso tutto”.

Così Alan Fabbri, interviene dopo la sentenza del processo Carife che ha portato alla condanna per Sergio Lenzi e Daniele Forin e all’assoluzione per tutti gli altri 9 imputati.

”Al banco degli imputati in questo processo sono finiti soltanto i protagonisti dell’ultima gestione della banca e non di quelle precedenti che sono le vere responsabili del crac – sostiene il consigliere regionale della Lega – Inoltre, in tutta la vicenda, che non può dirsi certo conclusa, rimangono indiscusse le responsabilità politiche del Pd di Renzi, di cui Luigi Marattin era il consulente politico, e il silenzio assordante della maggior parte del Pd ferrarese, tra cui assessori con velleità di candidarsi a sindaco, ma anche sindaci, consiglieri regionali e parlamentari ferraresi, che non alzarono un dito per evitare le tragiche conseguenze toccate poi ai risparmiatori”, spiega Fabbri.

“Allo stesso modo a mancare nel fondamentale compito di vigilanza su un istituto commissariato, fu Bankitalia, oggi giustamente oggetto di un progetto di rinnovamento da parte dei due vicepremier Matteo Salvini e Luigi Di Maio”. C’è da dire però che il processo in sé, aveva tra le ipotesi accusatorie anche quella dell’ostacolo alla vigilanza di Bankitalia, oltre che di quella della Consob realizzatasi, almeno in parte, proprio nel non indicare quali fossero le raccomandazioni che Palazzo Koch aveva dato ai vertici della banca cittadina per effettuare l’aumento di capitale.

Per quanto riguarda gli Azzerati, che anche prima del processo hanno mostrato non poco malcontento per il ritardo nell’emanazione del decreto attuativo per l’accesso ai rimborsi, conclude Fabbri, “il nostro compito, ora, come partito di governo è fare in modo che vengano risarciti di ciò che hanno ingiustamente perso, esattamente come avevamo promesso in questi anni di battaglie a fianco e a difesa di tutti i truffati”.

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