Attualità
4 Febbraio 2019
Tavolo provinciale con aziende sanitarie, Asp, Comuni e associazioni. Si studia il "codice argento" in ospedale

Una rete di servizi contro la demenza: c’è la firma sul protocollo

di Redazione | 3 min

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L’unione fa la forza, e la pensano così anche in ambito sanitario. È freschissima, infatti, la firma sul protocollo d’intesa che crea una rete di servizi per le persone, e per i loro cari, affette da malattie dementigene.

Un problema che riguarda, nella sola provincia ferrarese, dove esistono otto Cdcd (Centri per i disturbi cognitivi e demenza), circa 8mila persone.

Già dal 2000 il trattamento delle malattie dementigene gode di un occhio di riguardo a Ferrara, ma la principale novità di questo protocollo è che avrà un respiro provinciale, e le azioni individuate saranno messe in atto in tutti e tre i distretti sanitari, mentre prima riguardava solo “il distretto Centro-nord” informa l’assessore alla Sanità Chiara Sapigni.

Per la prima volta si uniscono, quindi, le due aziende sanitarie, l’università, i comuni, le Asp e le associazioni di volontariato. “La formula adottata – chiarisce Sapigni – è quella di avere un tavolo istituzionale e un tavolo tecnico, che può entrare concretamente nel merito sul come si realizzano le azioni”.

Il tavolo tecnico sarà coordinato dal dottor Franco Romagnoni, dell’Azienda Usl: “L’intento è fare squadra, fare quadrato attorno a un problema che ha tante facce. Oggi non è un punto di arrivo, ma di partenza per costruire il futuro”. Entrando nel vivo, Romagnoni indica l’importanza dei Cdcd che hanno il compito di “fare innanzitutto una diagnosi tempestiva e appropriata, perché intervenire precocemente in questi casi significa cambiare la storia della persona”.

Nelle intenzioni dell’Azienda ospedaliero universitaria di Ferrara, come spiega Antonella Grotti, c’è l’istituzione di uno speciale “codice argento per le persone afflitte da demenza”, con lo scopo di “accelerare il percorso diagnostico rendendo più breve il passaggio al pronto soccorso”, e “facilitare la vicinanza dei famigliari nel periodo di degenza”, oltre ad “avviare specifica formazione per il personale e fare incontri sensibilizzanti a livello territoriale”.

“L’Asp è sottoscrittrice del protocollo da vario tempo e l’attenzione verso queste problematiche è presente da oltre un decennio” sostiene Annalisa Berti, responsabile del settore anziani di Asp Ferrara, mentre il vicepresidente dell’Aspems Argenta Eppi Monica Salvatori Giuliano Benini ritiene che “il protocollo va nella giusta direzione”, e la presidente di Ama Ferrara Paola Rossi ribadisce il bisogno “che ci sia un aiuto condiviso da parte di tutti”.

Fa un passo oltre Alessandro Pirani, presidente dell’associazione Mazzuca: “Combattere lo stigma delle demenze è una delle cose più importanti, ma a fianco è importante fornire ai famigliari strumenti semplici di previsione dell’evoluzione della malattia ed è uno dei progetti di cui ci siamo fatti promotori”.

“Per la provincia di Ferrara – ammette Renato Cardelli, direttore del distretto Centro-nord – quelle delle malattie dementigene è un problema molto importante. Il distretto Sud-est è quello con maggior incidenza della demenza, e in provincia di Ferrara c’è il comune con indice di vecchiaia più alto in Italia, forse anche in Europa, Berra. Non si può che discuterne attorno ad un tavolo così ampio, e il fatto che si possa allargare un’esperienza consolidata ed efficace va sottolineato”. 

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