Economia e Lavoro
2 Febbraio 2019
Molto partecipato l’incontro presso la sede di Confesercenti dal titolo “5 anni di sviluppo turistico a Ferrara: siamo cresciuti abbastanza?

Il turismo a Ferrara cresce, ma può dare di più

di Redazione | 3 min

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È stato molto partecipato l’incontro svoltosi venerdì mattina presso la sede di Confesercenti dal titolo “5 anni di sviluppo turistico a Ferrara: siamo cresciuti abbastanza?”. Il confronto tra i partecipanti si è concentrato in particolare sull’analisi dell’offerta ricettiva alberghiera ed extralberghiera nella nostra città.

A Ferrara nel 2018 si sono registrati 245mila arrivi, 448mila presenze e 1,8 notti di permanenza media con una crescita rispetto al 2014 che si attesta su di un +24,6%. Le presenze sono per il 67,3% di italiani e il 32,7% di stranieri. I turisti hanno scelto per il 73,3% le strutture alberghiere cittadine e per il 26,7% le strutture extralberghiere come b&b, affittacamere e appartamenti. A Ferrara sono presenti 35 alberghi che dispongono di 1047 camere e 1987 letti e 194 strutture extralberghiere che offrono 681 camere. “Cresce moltissimo il mercato cinese che però presenta la problematica della permanenza assai breve nelle piccole città d’arte come Ferrara- spiega Alessandro Tortelli, direttore centro studi turistici di Firenze-. I turisti cinesi, che hanno una spesa media di circa 167€ al giorno, pernottano nelle grandi città d’arte come Firenze, Roma e Venezia è da lì si muovono alla scoperta del territorio”.

Forte è la polemica sul business, spesso sommerso, creato dalla piattaforma Airbnb. “Gli affitti brevi appaiono difficili da gestire e controllare- sottolinea Matteo Beghelli di Unioncamere-. Nel 2017 a Ferrara sulla piattaforma c’erano 992 strutture pubblicizzate con una disposizione di camere che si attesta su 1593 unità con una tariffazione media giornaliera che si attesta sui 70 euro a notte. Le strutture ‘hotel comparable’, cioè con servizi simili a quelli offerti da un hotel, sono il 30,3% del totale. Mentre invece la sharing economy pura rappresenta solo il 16,4%”.

La necessità di sedersi attorno ad un tavolo e analizzare attentamente i dati turistici per programmare investimenti pubblici e privati futuri che sostengano questo settore, è stata espressa anche dall’amministrazione comunale per bocca dell’assessore alla Cultura e Turismo, Massimo Maisto. “Dobbiamo ragionare su dati pluriennali quando si programmano azioni di sostegno allo sviluppo turistico. I risultati si vedono solo nel lungo termine. Ferrara in cinque anni è cresciuta molto in termini turistici, ma si può fare molto meglio perché ha ancora immense potenzialità di crescita. I segnali positivi che indicano una crescita economica del settore sono le riaperture, ristrutturazioni o cambi di gestione di hotel storici della città, di pochi giorni fa è la notizia del possibile recupero dell’ex Hotel De La Ville. Fondamentali per sostenere la crescita turistica sono i nostri brand culturali: come Palazzo dei Diamanti- continua il vicesindaco-. La polemica innescatasi mette a repentaglio la tenuta del brand di Ferrara Arte, chi pensa a soluzioni alternative come Palazzo Prosperi Sacrati per le mostre sbaglia, è come proporre la lirica al campetto di Pontegradella. Ferrara ha due vie per il proprio futuro: o quella di diventare città del buon vivere nella megalopoli padana disponendo di verde, luoghi di cultura e di sport e l’università, o, in alternativa, trasformarsi in una città dormitorio dove la gente viene perché si spende poco per gli alloggi”.

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