Lettere al Direttore
29 Gennaio 2019

“Aprite le biblioteche!”

di Redazione | 3 min

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Dopo oltre 40 anni di lavoro come bibliotecario, quindi dalla parte del famoso “bancone dei prestiti”, mi trovo ad essere un fruitore (dall’altra parte del bancone) del servizio biblioteche, non solo della città. Ferrara e provincia hanno sempre avuto molto da dire in questo ambito e comunque si deve essere fieri di ciò che si è sviluppato nei decenni di cultura bibliotecaria e non solo.

Non per nulla in città esiste l’Ariostea e a seguire la Bassani. Le altre purtroppo sono sempre in mezzo alle onde e definirle biblioteche nell’accezione moderna del termine sembra un po’ fuori luogo. Comunque anche in mezzo alle onde ho visto cavalcate “sin aliento” degne dei migliori surfisti, per cui queste piccole strutture un senso ce l’hanno sempre.

Ma tornando al punto saliente in cui mi sono imbattuto in questo essere dalla parte del lettore o del fruitore del servizio biblioteche: “Il maledetto orario!” Non voglio addentrarmi nella giungla del chiuso/aperto altrimenti non se ne esce più, ma solo evidenziare una esigenza che ormai è palese a livello sociale: il mondo, il tempo, lo spazio si sono dilatati.

Le giornate sono scandite dal tutto, dal giorno alla notte, senza sosta poiché ogni cosa è collegata. Si deve ammettere che in un mondo rapido e allo stesso tempo espanso non farebbe male poter contare su un luogo aperto dalle ore x alle ore y, senza intervalli, senza correre a destra e a manca causa orari diversi, spezzettati, tagliati e ritagliati su giornate diverse. Le biblioteche da che mondo e mondo ospitano studiosi e folle di studenti negli ultimi decenni.

Prendi i libri, gli zaini, raccogli, esci, torni dopo due ore perché la biblioteca chiude. Non ho orari sottomano (si possono reperire on line), ma credo che l’unica biblioteca di tutta la provincia di Ferrara e parliamo di oltre 300.000 abitanti, sia l’Ariostea che dalle 9 alle 19 apre i cancelli o meglio l’Antico Portone o Portale della Conoscenza.

Il focus quindi non è su quanto si apre una struttura, ma sul come e non riguarda solo la città, ma tutti gli organismi bibliotecari importanti dei paesi della provincia. Penso ai Centri Culturali di Copparo, Codigoro, Comacchio, Argenta (che forse da quello che ricordo apre a 180 gradi), Portomaggiore e altri che adesso magari dimentico.

Se i ferraresi vogliono leggere vi è ampia possibilità di scelta, su questo non vi è alcun dubbio. La pubblica lettura è servizio consolidato, magari a volte va e viene come le Nuvole di De André, ma credetemi gli investimenti delle amministrazioni pubbliche sono sempre stati importanti anche se “incostanti”.

Le nostre biblioteche sono già strutture polivalenti che possono ospitare persone, cose, discussioni, libri, esposizioni e tutta l’umanità, ma manca la fascia oraria continuata. Cosa impedisce ad una Biblioteca di rimanere aperta 7 o 8 ore di seguito per un certo numero di giorni la settimana che dipenderanno dal tipo di territorio o di utenza o di altro? Risposta immediata: i costi del personale salirebbero, salirebbero pure i servizi accessori (pulizie, elettricità ecc.).

Ormai tutte le Biblioteche ferraresi sono Centri Culturali Polivalenti. In provincia si possono contare almeno 9 sedi con caratteristiche anche edilizie che svolgono questo ruolo di struttura culturale tout court con Biblioteca importante all’interno.

Andare oltre significa poter disporre del servizio da mattina a sera, ma non per comodità di orario rispetto al notevole traffico di prestiti librari che comunque svolgono questi Centri, ma proprio per aprire totalmente le strutture all’andirivieni del cittadino che non solo legge, ma prende il caffè, scambia due parole, vede un film, studia o ascolta musica, senza vincoli di orario o di parziale chiusura e senza avere l’orologio puntato alle 13. “Aprire diversamente, per aprire a tutti” può essere un mantra per il futuro di questo importante patrimonio culturale ferrarese.

Andrea Poli, Ferrara

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