Economia e Lavoro
29 Gennaio 2019
Quasi una cinquantina di lavoratori ai presidi davanti a Quisisana e Salus, i sindacati: "Pochi operatori e carichi alti con un Ccnl fermo dal 2007". Le doglianze "comprese" dalle strutture: "Si chiuda la vertenza il prima possibile"

Sciopera la sanità privata emiliana: “Rinnovate il contratto fermo da 12 anni”. Le strutture: “La vertenza finisca presto”

di Redazione | 4 min

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“Questo è uno sciopero regionale per il rinnovo del contratto della sanità privata, che è fermo da 12 anni, mentre quello della sanità pubblica è stato appena rinnovato: a stesso lavoro devono corrispondere stessi diritti e stesso salario”.

Cgil, Cisl e Uil, per voce dei loro rappresentanti della funzione pubblica Erika Salvioli, Sonia Uccellatori e Gianni Squarzanti giustificano così le ragioni che hanno portato le tre sigle — dopo il Lazio e prima delle altre regioni italiane che arriveranno via via “per mantenere l’attenzione” — ad indire uno sciopero di un’intera giornata degli operatori della sanità privata durante il quale poco meno di una cinquantina di lavoratori si sono poi presentati davanti ai cancelli di Salus e Quisisana, i due ospedali privati accreditati della città, per un’azione di protesta, replicata anche nelle altre città per ‘decentralizzare’ le dimostrazioni sulla vertenza nazionale.

“Già in passato c’erano delle differenze sia a livello economico che di diritti”, spiegano poi i sindacati, “e oggi sono ancora più forti se non rinnovano il contratto. Ci sono anche differenze per infermieri e Oss: nella sanità privata sono di meno e i carichi di lavoro sono altissimi — nella sanità accreditata andrebbe garantita la stessa qualità del pubblico ma i lavoratori sono ridotti ai minimi termini —. Queste aziende poi sono tutte in utile e vogliono scaricare sull’accreditamento, chiedendo l’aumento delle tariffe (al servizio sanitario nazionale, ndr) per coprire il rinnovo contrattuale. Questo per noi è ancora più inaccettabile perché in 12 anni gli utili ci sono stati, sono in aumento, e quindi bisogna procedere in fretta al rinnovo di questo contratto che sta causando danni anche previdenziali a questi lavoratori che hanno dei contributi più bassi avendo i salari bloccati da così tanti anni”.

“Il contratto della sanità privata è fermo da 12 anni, a stesso lavoro devono corrispondere stessi diritti e stesso salario, i lavoratori sono ai minimi termini”, Erika Salvioli, Sonia Uccellatori e Gianni Squarzanti di Cgil, Cisl e Uil

“Non si è poi nemmeno fermata la riorganizzazione e la progressiva professionalizzazione dei professionisti, che si sono visti caricare di altri oneri come l’obbligatorietà dell’iscrizione agli ordini e dell’assicurazione professionale, causando un impoverimento degli stipendi”, continuano i sindacati che quindi, con il rinnovo dei Ccnl, chiedono anche il recupero del potere d’acquisto per i lavoratori della sanità privata.

Oltre ai presidi, anche i lavoratori precettati — o almeno una parte di essi — ha deciso di aderire ‘moralmente’ all’astensione dal lavoro: “Quelli che non hanno potuto scioperare hanno degli adesivi in segno di adesione allo sciopero, il presidio è solo una parte della protesta”, hanno poi concluso i sindacati.

“Siamo d’accordo nel cercare di risolvere la situazione il prima possibile: il contratto è scaduto da 12 anni e vogliamo un personale contento e soddisfatto, la vertenza si chiuda il prima possibile”, Giorgio Piacentini, presidente di Quisisana

I contratti nazionali contro i quali protestano Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl sono quelli di Aris (Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari) ed Aiop (Associazione Italiana Ospedalità Privata), che a Ferrara nelle due strutture private coprono “circa 200 dipendenti e 191 posti letto gestiti tra medicina, lungodegenza e chirurgia”. Nel corso di questi giorni le sigle hanno anche raccolto, tra i lavoratori delle strutture regionali, le firme che verranno consegnate a giorni al presidente della Regione Stefano Bonaccini nel tentativo di accelerare il confronto arenatosi nonostante gli oltri 16 incontri ai quali hanno partecipato i rappresentanti nazionali del settore a partire dal luglio del 2017.

Le ragioni della protesta dei sindacati vengono condivise anche dai responsabili delle strutture sanitarie accreditate ferraresi, che riconoscono le doglianze degli operatori. “Non possiamo far altro che applicare il contratto nazionale. Comprendiamo le richieste dei lavoratori, ma siamo obbligati a rispettare la legge, nessuno può pensare di fare altrimenti. La protesta forse andrebbe fatta a Roma, dove l’Aiop ne sta discutendo a livello nazionale. Posso dire che oggi abbiamo lavorato ordinariamente, quindi l’adesione allo sciopero è stata contenuta e l’utenza — questa la cosa che più ci interessa — non ne ha minimamente risentito”, spiega infatti Lino Riemma, amministratore unico di Salus.

Dichiarazioni simili arrivano anche dal presidente di Quisisana Giorgio Piacentini: “Il loro contratto è scaduto da 12 anni: siamo assolutamente d’accordo nel cercare di risolvere la situazione il primo possibile, anche perché abbiamo tutta la convenienza se il nostro personale è contento e soddisfatto, a partire dall’onorario. Il mio augurio più spassionato è che la vertenza che l’Aiop sta portando avanti a livello nazionale si possa concludere il prima possibile”.

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