Attualità
25 Gennaio 2019
In leggera attenuazione l’iperafflusso, ma si mantiene costante la forte pressione di ricovero

Cona, posti letto. Fipac: Prendere provvedimenti tampone non è la soluzione”

di Redazione | 2 min

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Rimane invariata la situazione legata all’iperafflusso, in leggera attenuazione, seppure si mantiene costante la forte pressione di ricovero che dall’inizio dell’anno si sta evidenziando all’ospedale di Cona.

Alle ore 16 di ieri, giovedì 24 gennaio, il Dipartimento Medico aveva ancora la disponibilità di alcuni posti letto (presumibilmente in via di occupazione entro la fine della giornata). Il reparto di Chirurgia d’Urgenza ha ancora posti letto liberi (cosiddetti d’espansione) e nessun paziente ha dovuto essere ricoverato nei letti dedicati all’iperafflusso distribuiti nel Dipartimento Chirurgico.

La direzione dell’azienda ospedaliero-universitaria pone in evidenza il fatto che il piano di gestione dell’iperafflusso è stato realizzato alla fine del 2017 e da allora è attivo. Tra le azioni messe in campo per la gestione della forte pressione di ricovero, anche quella dell’attivazione di “posti letto dedicati” distribuiti nei reparti chirurgici e in medicina d’urgenza. Questi non vanno a sottrarre i posti letto dedicati all’attività chirurgica, ma sono aggiuntivi e utilizzabili al bisogno. L’aumento della dotazione, grazie appunto a questo piano di gestione, ha permesso e permette (allo stato attuale) di non sospendere l’attività chirurgica programmata.

Sulla situazione il Consiglio della Fipac Confesercenti di Ferrara esprime forte preoccupazione e fa un appello alle istituzioni locali. Il presidente Toschi Giuseppe ritiene che “sia un grave problema che tocca i pensionati, per ovvi motivi. Certamente prendere provvedimenti tampone, non è la soluzione di questo grave problema che ha radici profonde”.

La Fipac segnala infatti che sono 70 mila i posti letto tagliati in 10 anni, “che hanno portato l’Italia a 3,6 posti letto per mille abitanti, 6 per la Francia e 8 per la Germania”. Molti pazienti in ospedale vengono dimessi “per fare posto ad altri, anche se per le loro condizioni di salute non sarebbe auspicabile”.
I dati parlano di 1 milione e 300 mila morti in Europa “che potevano essere salvati se trattati in altre condizioni”.

“Sicuramente in periodi di crisi – conclude Toschi – può risultare necessario apportare tagli e ridimensionamenti ma la sanità rimane l’ultimo baluardo per la salute e la vita, che è il bene più prezioso delle persone, e per questi crediamo debba essere salvaguardata. A nostro avviso il numero dei posti letto nei territori dev’essere rivisto in base alle reali esigenze, al fine che non venga penalizzato nessun paziente”.

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