Cento
21 Gennaio 2019
Dopo quasi sette anni di silenzio per via del sisma 2012, il ritorno alla normalità in occasione della festa del patrono San Sebastiano

Il campanile di Renazzo torna a far sentire i suoi rintocchi

di Redazione | 3 min

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Renazzo. È tornato a suonare il campanile della chiesa di Renazzo domenica mattina, in occasione della festa del patrono San Sebastiano, dopo quasi sette anni di silenzio: prima e dopo la celebrazione della messa, infatti, le campane sono riecheggiate per tutta la piazza, suonate a mano con la tecnica del “doppio a ciappo” dai campanari del territorio.

L’antica tecnica bolognese consiste nell’oscillazione a tempo, eseguita da quattro campanari, con rotazione completa di 360 gradi in un senso e nell’altro, di concerto con le altre. Era infatti dalla notte del 20 maggio del 2012 che i quattro bronzi dalla fonderia Brighenti di Bologna non rintoccavano nella piazza renazzese, salvo altre due occasioni: per salutare il parroco, Don Ivo, il giorno del suo funerale, il 6 febbraio scorso, e in occasione dell’inaugurazione della chiesa il 2 settembre scorso, alla presenza dell’arcivescovo Matteo Maria Zuppi, con la tecnica dello “scampanzare”. E stamattina, finalmente, anche l’ultimo tassello della storia di Renazzo, segnata dal terremoto, è ritornato al suo posto salutando i cittadini con un suono festoso.

La costruzione del campanile avvenne nel 1793 sotto la guida dell’architetto Venturoli, originariamente alto 52 metri: durante i lavori, tuttavia, si registrarono degli errori di calcolo del terreno, e dopo qualche anno dal termine dei lavori nel 1799, l’edificio iniziò a inclinarsi. Già all’epoca venne dotato di un potente concerto di quattro campane del peso di 1850 libbre per la maggiore, 1300 per la mediana, 950 per la terza e 600 per la piccola, per un totale di 4700 libbre. Il doppio fuso venne collocato nel 1819, fino alla requisizione nel 1943 per esigenze belliche del governo fascista, e presto venne dotato anche di un orologio.

Dopo la messa in sicurezza in seguito agli eventi sismici del 2012, con transennatura immediata e rilievi della Soprintendenza, i lavori che si sono conclusi a fine 2018 sono stati eseguiti con lo scopo di rinforzare e proteggere l’edificio: il fusto è stato infatti irrobustito all’esterno con l’inserimento di reti in fibra di carbonio con malta a base di calce, all’interno con una ristilatura armata sottotraccia. Gli archi delle volte in cella campanaria sono stati ripristinati con cunei di acciaio inox, le fondazioni rinforzate mediante iniezioni di malta a bassa pressione. E per non essere da meno della chiesa, intonacato e ritinteggiato con anche un nuovo impianto elettrico e un nuovo parafulmine. Anche la chiesa di San Sebastiano aveva subito lesioni lungo le linee di ammorsamento tra la facciata e le pareti laterali, un danneggiamento di alcuni tiranti in copertura, uno dei quali spezzato (soffitto a volte in mattoni), distacchi di decori e altri elementi, e altri danni non strutturali.

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