Attualità
15 Gennaio 2019
Sgarbi? "Sta facendo campagna elettorale, non è un attentato monumentale ma sarebbe bello sentire i cittadini"

Diamanti, anche il M5S si schiera per il sì ma chiede un referendum digitale

di Redazione | 4 min

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Due nuovi sostenitori per il progetto di ampliamento di palazzo dei Diamanti: anche il M5S di Ferrara e l’associazione Amici dei musei e monumenti ferraresi si schierano a favore del sì, sostenendo la realizzazione del padiglione che collegherà le due ali del palazzo è implementerà i servizi di ristorazione, guardaroba, sale didattiche, spazi espositivi e bookshop.

L’intero gruppo consiliare pentastellato – ad eccezione di Ilaria Morghen – considera necessario un “upgrade” per rendere più accattivante e competitiva la sede espositiva e mette in dubbio la bontà della petizione di Vittorio Sgarbi, “che ha assunto una connotazione inevitabilmente politica, essendo promossa da un futuro candidato sindaco in periodo di campagna elettorale”.

Ampliamento sì o ampliamento no? Tema politico a parte, “sarebbe bello che i cittadini avessero l’opportunità di dire la loro – scrivono Claudio Fochi, Alessandro Bazzocchi, Federico Balboni e Lorenzo Marcucci – ma purtroppo l’amministrazione comunale non ha saputo dotarsi di strumenti di consultazione digitale (come una piattaforma, più snella di un referendum, da noi proposta ma snobbata dalla giunta) per avere un feed-back puramente consultivo dalle famiglie residenti sul nostro territorio. Peccato, occasione persa”.

La prima critica da sfatare – al di fuori del referendum digitale – è quella sulla invasività. “Il progetto vincitore del concorso internazionale – spiegano i 5 Stelle- selezionato fra 70 candidati da una commissione che includeva anche Giorgio Cozzolino (soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini) e cioè il team composto da 3TI progetti, dallo studio Labics, dalla società Vitruvio e altri, non è particolarmente invasivo“.

Non ce la sentiamo di considerare tale progetto di ampliamento né come un ‘attentato monumentale’ né come uno scempio – dichiarano i pentastellati -. Non bisogna avere paura dell’innesto del moderno sull’antico: spesso si sposano con risultati interessanti come dimostrano centinaia di esempi quali la Piramide di vetro del Louvre, l’atrio del British Museum, la Tate Modern e, per rimanere in ambito ferrarese, il Palazzo di Giustizia dell’architetto Aymonino o la copertura 900esca in vetro e acciaio nell’atrio del settecentesco palazzo dei Monti di Pietà fra viale Cavour ed Ercole I° d’Este” chiosano Fochi, Bazzocchi, Balboni e Marcucci secondo cui “è comunque legittimo il suggerimento che i 3 milioni e 500 mila euro previsti potessero essere utilizzati per risanare il prospiciente Palazzo Prosperi Sacrati, in modo da completare il polo museale del Quadrivio Rossettiano”.

Anche gli Amici dei musei e monumenti ferraresi, affiliati alla Fidam e costituiti a Ferrara nel 1983, esprimono parere favorevole all’ampliamento delle Gallerie di Arte Moderna di Palazzo dei Diamanti e, se finora si sono astenuti dal prendere parte alla polemica sollevata da Sgarbi, è perché “è un intervento di carattere politico, anche se i suoi attacchi nei confronti del Comune di Ferrara e di alcuni suoi funzionari ci sono sembrati inqualificabili e impregnati di toni ed espressioni che si attagliano più a un feudatario che a un cittadino interessato agli scenari futuri della comunità cui sente di appartenere”.

“Non si vuole certo mettere in discussione l’importanza del Palazzo dei Diamanti, progettato nel 1493 da Biagio Rossetti – assicura il direttivo dell’ssociazione – ma da quell’epoca il palazzo ha subito numerosi rimaneggiamenti interni e seri danni dai bombardamenti causati dalla guerra, ha mutato la destinazione d’uso e ora il palazzo, di proprietà comunale, è il contenitore di due realtà museali distinte: se per il piano nobile gli spazi della Pinacoteca risultano di grande respiro, inadeguati appaiono lo spazio espositivo del piano terra e il percorso dei visitatori delle mostre di Ferrara Arte“.

“Non si può più tollerare che il visitatore interrompa il percorso della visita alla mostra, uscendo all’aperto (spesso in condizioni meteorologiche avverse) sotto una squallida pensilina che collega l’ala nord all’ala sud del cortile, fiancheggiando un’area verde che non ha al momento qualità né di giardino, né di parco” notano gli Amici dei musei.

Il progetto vincente dello studio Labics di Roma “non interviene in alcun modo a modificare l’architettura del palazzo, né modifica l’assetto del giardino – ribadisce la presidente Francesca Zanardi Bargellesi – invece inserisce un nuovo padiglione a vetri fuori dal perimetro dell’edificio sullo spazio aperto dell’area verde, qualificandola esteticamente, e va a costruire un elemento di connessione e cerniera fra l’ala nord espositiva e l’ala sud, dove sono previsti servizi quali lo spazio didattica, la caffetteria, il bookshop, accessibili anche dal cortile dell’attuale museo del Risorgimento”.

“Questo nuovo assetto potrà essere utilizzato anche dalla Pinacoteca Nazionale in alternanza con Ferrara Arte, con l’ulteriore fine di favorire un dialogo costruttivo fra queste due realtà, rimaste per lungo tempo estranee e che ci auguriamo proseguano una fertile collaborazione – aggiungano i dirigenti degli Amici dei musei -. Avere un Palazzo dei Diamanti in grado di concorrere con i grandi musei italiani e stranieri è l’opportunità che ci viene offerta dal percorso virtuoso del concorso di progettazione e dal conseguente esito:un’occasione imperdibile per questa città, non solo per il turista, ma anche per noi cittadini, soliti fino a questo momento a guardare la mostra per poi uscire, frettolosi e orfani di qualsivoglia altro servizio, verso un qualche luogo dove commentare insieme, magari seduti davanti ad un caffè”.

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