Terre del Reno
11 Gennaio 2019
Il gruppo Ferroli si rimangia il piano presentato a fine 2017 e annuncia al Mise l'intenzione di dismettere l'attività a Terre del Reno. Fiom, Fim e Rsu: “Scelta estremamente grave”

Lamborghini Calor al bivio: o cessione o chiusura

di Redazione | 2 min

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Terre del Reno. Si addensano le nubi attorno allo stabilimento Lamborghini Calor di Terre del Reno: nell’incontro al Mise di giovedì 10 gennaio, il gruppo Ferroli ha comunicato l’intenzione di dismettere l’attività.

Il primo tentativo sarà quello della cessione del ramo di produzione dei bruciatori e il gruppo – che per il resto ha riferito di essersi rimesso in carreggiata dopo la cura da cavallo col taglio ai dipendenti – ha annunciato di essere in trattative con un interlocutore del settore, senza però svelarne i dettagli. L’alternativa, in caso l’operazione non dovesse andare in porto, è quella che a Terre del Reno si chiude baracca, lasciando a casa i 43 dipendenti dello stabilimento.

Si tratta nei fatti di una marcia indietro rispetto agli impegni presi da Ferroli nel settembre del 2017 proprio con il ministero dello Sviluppo economico che prevedevano la produzione dei bruciatori e anche lo spostamento del polo logistico dell’intero gruppo a Terre del Reno, altra eventualità difficile da realizzare se l’immobile prescelto è in vendita.

“La scelta risulta essere estremamente grave in quanto non coerente con impegni presi solo 16 mesi fa”, affermano Samuele Lodi segretario della Fiom-Cgil e Sandra Rizzo della Cisl-Fim a la Rsu di stabilimento in un comunicato congiunto in cui si legge che “ricercheranno ogni strada utile a mantenere l’importante polo produttivo sia attivandosi con la Regione, presente all’incontro, sia con il fondamentale contributo delle lavoratrici e dei lavoratori. Non è accettabile una logica nella quale un piano industriale, presentato anche al ministero, venga letteralmente stravolto senza porsi il minimo interesse per le conseguenze che si riverseranno sui lavoratori”.

“Purtroppo era da qualche mese che temevamo che scelte strategiche dell’azienda fossero cambiate, oggi ne abbiamo avuto la conferma ufficiale – spiega Lodi a Estense.com -. Dicono che l’esperienza delle produzione dei bruciatori terminerà perché il mercato non ha risposto positivamente, ma è ovvio: il piano era già vecchio 2 anni fa e non hanno investito in ricerca e sviluppo. Sul polo logistica non hanno menzionato nulla, ma sapevamo già che da qualche mese avevano messo in vendita l’immobile dove dovevano farlo”.

Lunedì i sindacati incontreranno i lavoratori per spiegare la situazione e valutare le azioni da intraprendere.

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