Dopo l’invito giunto dal Gruppo Anti Discriminazioni, anche Rifondazione Comunista chiede al sindaco di Ferrara di ‘disobbedire’ al decreto sicurezza, “contro l’applicazione burocratica di norme ripugnanti”.
“Nell’escalation di disumanità a cui stiamo assistendo le parole non sono sufficienti, servono fatti concreti – afferma Stefania Soriani, segretarie del Prc estense -. La disumanità non è solo nelle politiche del governo, ma anche intorno a noi. Ricordiamo il recente episodio di aggressione a sfondo razziale avvenuto pochi giorni fa in pieno centro a Ferrara ai danni di un ragazzo ivoriano o il barbaro gesto del vicesindaco di Trieste che si è vantato in questi giorni di gran freddo, di aver ripulito la sua città buttando in un cassonetto le coperte di un senzatetto”.
Per Soriani è necessario “uno straordinario atto di disobbedienza civile”, fatto di “azioni concrete a tutela di persone che non possono difendersi dalle conseguenze di provvedimenti profondamente ingiusti”.
Non manca anche la provocazione nelle parole di Rifondazione, partendo proprio da quanto sostenuto dal sindaco: “Afferma che a suo parere il decreto Salvini viola l’art. 3 della Costituzione. Crediamo che il sindaco abbia ragione, e proprio per questo non può limitarsi a dichiarazioni cerchiobottiste e ad una burocratica applicazione di norme ripugnanti. Inoltre ricordiamo in tal senso, l’articolo 10 sempre della Costituzione con riferimenti ad impegni internazionali assunti e l’articolo 26 della Convenzione di Ginevra”.
“L’applicazione del Decreto (In)Sicurezza – afferma Soriani – prevede un’eliminazione della protezione umanitaria ai migranti inseriti nei progetti di accoglienza, privandoli dei documenti di riconoscimento, limitandone l’accesso all’assistenza sanitaria ed escludendoli da ogni percorso di inserimento sociale e lavorativo. Il ministro Salvini non fa altro che fomentare allarme sociale per l’imminente campagna elettorale, costringendo sulla strada e spingendole alla marginalità centinaia di persone. Non contrastare le conseguenze di quel decreto fa solo il gioco del ministro dell’Interno”.
“Riteniamo che la disobbedienza possa essere un efficace strumento di lotta politica, e per questo invitiamo Tagliani a ripensarci, mettendo da parte il timore di perdere consenso elettorale, e a tradurre in azioni concrete la sua contrarietà al decreto e connotare la nostra bella città rinascimentale come accogliente, inclusiva e solidale”, conclude Soriani che estende il medesimo invito “anche tutti i sindaci della provincia”.
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