Economia e Lavoro
19 Dicembre 2018
Il sindacato attacca il gruppo 'successore' della Carife dopo l'annuncio della chiusura di molte filiali in provincia: “La banca ritrovi la sua vocazione sociale e di supporto”

La Cgil contro Bper: “Qual è la sua vera politica sul territorio?”

di Redazione | 2 min

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“Non sappiamo più a quale contesto applicare lo slogan pubblicitario di Bper: ‘Vicina, oltre le attese’. Vicina a Ferrara?”. Inizia così, con un po’ di amara ironia, l’attacco della Cgil nei confronti di Bper, il gruppo ‘successore’ della Carife che ha da poco annunciato la chiusura di molte filiali in provincia e che ora fa sorgere interrogativi su quale sia la sua idea per il territorio estense.

“Dopo aver acquisito la banca cittadina ad un prezzo simbolico, Bper ha operato una fusione brutale ed a freddo, realizzata frettolosamente per sfruttare al massimo il fattore fiscale in bilancio”, affermano il segretario generale Cristiano Zagatti e il segretario della Fisac, Samuel Paganini, “una fusione che ha costretto clienti e lavoratori ad un tour de force quotidiano, con accenti grotteschi per i picchi di inefficienza, raggiunti come conseguenza, fra l’altro, di una formazione non pianificata e fatta sul campo. Ad oggi non sembra essere stata fatta una seria politica commerciale nei confronti dei clienti azzerati e dei piccoli azionisti Carife. Unica luce, la partecipazione di Bper al tavolo Credito per Ferrara, nell’ambito del Patto per il Lavoro”.

Ma la scintilla che scatena il fuoco della Cgil è che “ora, dopo un anno dalla fusione, annuncia di chiudere circa una filiale su cinque nella provincia. Ci si chiede quale sia la vera politica di Bper sul territorio. Vicina ai giovani? Non risulta purtroppo che ad oggi la banca intenda confermare i lavoratori interinali che, in questi ultimi anni, hanno contribuito attivamente a reggere l’impatto della fusione sulla provincia e, più in generale, a mantenere a livelli accettabili il servizio alla clientela sul territorio nazionale. Ci auguriamo veramente che per questi ragazzi la banca si comporti in modo responsabile e li confermi nei loro posti di lavoro”.

Il tutto, “dentro una banca che sta per realizzare, per sua stessa dichiarazione, l’utile probabilmente più alto e lusinghiero della sua storia, costruito e raggiunto con modalità e finalità che, a questo punto, risultano di difficile decifrazione. Unico rappresentante di interessi al quale Bper appare vicina sono gli azionisti di maggioranza, che, presumibilmente, si preparano ad incassare un robusto dividendo”.

“Chiediamo con forza alla direzione della Banca di ritrovare la sua vocazione sociale e di supporto, che appare tanto declamata negli intenti – affermano in chiusura Zagatti e Paganini -. Siamo anche convinti che tutte le forze sociali, economiche e politiche si debbano attivare per evitare questa ulteriore desertificazione della nostra provincia e che soprattutto si ricominci ad investire strategicamente sul nostro territorio, magari in compagnia di imprenditori capaci, e non ci si limiti a chiudere filiali ed a ridurre i posti di lavoro”.

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