Politica
19 Dicembre 2018
"Sa parlare in maniera diretta e creare empatia con la gente. Occorre far riavvicinare i militanti, chiediamo un partito pluralista"

Primarie Pd, Tagliani e Maisto a sostegno di Zingaretti

di Redazione | 3 min

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di Simone Pesci

Tiziano Tagliani e Massimo Maisto rompono gli indugi per quanto riguarda la corsa del Pd che porterà alle primarie di marzo, indette per eleggere il nuovo segretario e l’assemblea nazionale. Il sindaco e il vicesindaco, in maniera concorde, si schierano dalla parte del presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti.

“Vale la pena impegnarsi a dare una struttura al partito perché non riusciamo a rimotivare una base che per anni non ha avuto luoghi di confronto, per noi è importante riscoprire la mediazione” premette Tagliani, che arriva presto al punto: “Perchè Zingaretti? Dopo il 4 marzo ha chiesto il congresso, è stato il primo a dire che era necessario farlo subito. I tempi del congresso sono allucinanti, è passato un anno dalla sconfitta elettorale e sarebbe stato giusto fissarlo in tempi precedenti. Poi, credo che Zingaretti sia il segretario più convincente perchè quello maggiormente capace di parlare alla gente, non c’è bisogno solo di parole gridate, ma di persone che sappiano parlare in maniera diretta e lui è capace, secondo me, di grande empatia e di suscitare convinzione. Abbiamo vissuto un’epoca di leadership divisive, c’è bisogno di mettere insieme convergenze diverse”.

Per Tagliani Zingaretti è l’unico candidato in grado di ridare unità al partito, riavvicinando i militanti: “Dietro le candidature dell’ultima ora credo ci siano più esigenze di carattere tattico, sembrano frutto di pressioni. Altre, come quella di Martina, sono meno convincenti rispetto ai nostri interlocutori, che se devono tornare a essere militanti trovano in Zingaretti uno più capace di empatia”.

“Questi mesi di governo hanno dimostrato che i partiti servono ancora e siamo convinti che il centro sinistra abbia bisogno di un partito forte e autorevole” precisa Maisto, che quanto mai crede ancora “nella possibilità del Pd di unire le differenze”. Proprio per questo lancia la candidatura di Zingaretti, telegraficamente definito “inclusivo, competente e politico”.

“Non ha più senso – spiega il vicesindaco – che tu hai le tue ragioni e che i cittadini debbano comprendere le tue. Bisogna rimettere al centro la competenza, l’errore che abbiamo fatto negli ultimi anni è stato inseguire l’antipolitica, quando poi ci troviamo in una fase con un governo antipolitico che si comporta il più possibile in maniera politica. Zingaretti è quello che mi convince di più, il tema è riuscire a far riavvicinare la gente”.

I due, poi assicurano che le primarie del Pd sono una cosa, le amministrative un’altra e che la loro presa di posizione non inficerà minimamente sul voto dei ferraresi. “Non credo ci saranno riflessi sulle amministrative, ci sono più che altro riflessioni per costruire un Pd credibile, la scelta guarda più lontano: se si vince è necessario ricostruire il partito, se si perde a maggior ragione e pensiamo che la leadership nuova ci possa dare una speranza per i prossimi anni, c’è bisogno di un partito che faccia i conti con la realtà attraverso incontri con i propri iscritti e con le associazioni” asserisce Tagliani.

“Non ci saranno conseguenze locali, Tiziano non si può ricandidare e io non lo farò, nessuno può leggere il nostro impegno come un riposizionamento” taglia corto Maisto, il cui pensiero è comunque che “un partito nazionale con un leader forte credo possa aiutare anche il locale”. Il comitato ferrarese a sostegno della candidatura del presidente del Lazio ha già raccolto una cinquantina di adesioni, che sono “espressioni di pluralismo vero, perchè noi chiediamo di costruire un Pd pluralista” rivela Tagliani. Ora non resta che lavorare per portare Zingaretti a Ferrara, il sogno è averlo “già a gennaio”.

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