Alberto Balboni, senatore ferrarese di Fdi-An annuncia un’interrogazione al ministro della Giustizia in merito all’incendio appiccato da alcuni detenuti nella mattina di domenica nel carcere di Ferrara.
“Esprimo la mia piena solidarietà al corpo di Polizia penitenziaria del carcere di Ferrara ed in particolare agli agenti che hanno subito lesioni e che sono rimasti intossicati a causa dell’inaccettabile rivolta posta in essere da alcuni detenuti stranieri, che hanno incendiato suppellettili e materassi utilizzando come bombe incendiarie anche le bombolette del gas concesse loro in uso per cucinare – afferma Balboni -. Presenterò un’interrogazione urgente al ministro della Giustizia per chiedere quali iniziative intenda assumere per garantire la sicurezza del personale che opera in situazioni sempre più precarie e pericolose nelle carceri italiane, dove ormai un terzo dei detenuti è di origine straniera (quasi 20 mila su di un totale di circa 58 mila detenuti complessivi). Ed in particolare, con riferimento all’emergenza che si è creata a Ferrara a causa della forzata assenza dei ben 18 agenti infortunati, se non intenda inviare immediatamente il necessario personale di supporto per fronteggiare i vuoti di organico che si sono creati”.
Sulla questione interviene anche il sindacato Osapp attraverso il vice segretario regionale Claudio Caruso, che senza mezzi termini afferma che “i diciotto colleghi intervenuti erano in realtà poco preparati ad un evento del genere, proprio perché l’Amministrazione Penitenziaria dovrebbe
organizzare corsi di formazione specifici per il personale di Polizia Penitenziaria, insegnandogli come proteggersi in simili eventi incendiari, avendo contezza di come si usa un estintore od un autorespiratore. E tali corsi vanno effettuati negli Istituti, dove si vanno a concretare situazioni come quelle di domenica scorsa. Ma invece ci troviamo a fare la conta dei colleghi caduti con timpani fracassati e ginocchia gonfie. Infatti tra il fumo e gli estintori si è potuto procedere ad una evacuazione sommaria”. Da qui l’auspicio che tali contromisure vengano adottate.
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