Vittorio Ferraresi in carcere accompagnato dalla comandante Gadaleta (foto di archivio)
Dopo la rivolta scoppiata domenica mattina all’Arginone, la situazione in carcere è ritornata pienamente alla normalità. I due detenuti che hanno dato inizio alla rivolta nella terza sezione appiccando fuoco a un materasso, scagliando sedie fuori dalle celle e ferendosi con le lamette sono stati posti in isolamento precauzionale con richiesta di allontanamento, gli altri detenuti coinvolti stanno bene.
Dei 18 agenti di polizia penitenziaria rimasti intossicati durante le operazioni di soccorso, tre hanno ricevuto prognosi di 15 giorni, tutti gli altri invece dovrebbero stare bene nell’arco di una settimana.
“Ringrazio tutti gli agenti e la comandante del carcere Annalisa Gadaleta per la coraggiosa azione svolta” sono le parole di elogio giunte dal sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi (M5S) che aveva visitato il carcere lo scorso 9 agosto, confrontandosi con i vertici della struttura, gli agenti di polizia penitenziaria e i detenuti.
“Ho avuto modo di raccogliere le istanze della direzione – riprende Ferraresi – e confermo la disponibilità al confronto nell’ottica di un percorso di collaborazione. Ieri (domenica, ndr) la comandante ha compiuto un intervento straordinario in prima persona, spegnendo le fiamme con il personale, e sta portando avanti una grande azione organizzativa per garantire la sicurezza di tutte le persone all’Arginone pur con diciotto agenti in ospedale”.
“Nella Legge di Stabilità sono stati previsti potenziamenti per gli organici di polizia penitenziaria per 1300 unità, oltre ai 196 milioni approvati nel dl sicurezza, insieme ad ulteriori risorse che verranno stanziate per gli interventi ordinari e straordinari per l’edilizia carceraria – ricorda il sottosegretario alla Giustizia -. In questo modo vogliamo garantire sicurezza e dignità nelle carceri, cercando di migliorare una situazione altamente critica. L’azione di governo andrà avanti, così come proseguirà il clima di collaborazione con il carcere, per migliorare la sicurezza di tutte le persone che vi lavorano e che vi sono detenute”.
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