Comacchio. Si erano introdotti nella casa dell’ex, lo avevano picchiato fino a causargli un trauma cranico, gli avevano rubato il cellulare e poi erano scappati. Per quella rapina violenta la coppia “scomoda” che aveva preso di mira l’ex compagno della donna era stata arrestata nella stessa giornata e rimessa in libertà, ma ora l’uomo deve finire di scontare la pena in carcere.
L’episodio risale alla notte del 9 marzo del 2010, quando i carabinieri hanno arrestato a Comacchio nella flagranza del reato di rapina in concorso P.P., carpigiano classe 1965 ma residente a Comacchio, pregiudicato, e la compagna M.A., sempre del posto, che all’epoca aveva 30 anni. La coppia si era introdotta poco prima nell’abitazione a Lagosanto dell’ex convivente di lei, un 42enne di origine tunisina, che è stato malmenato e derubato del telefonino.
I due erano poi fuggiti a bordo di un’auto facendo perdere le proprie tracce, mentre la vittima aveva dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso di Lagosanto, dove gli era stato diagnosticato un trauma cranico ed escoriazioni multiple con una prognosi di 15 giorni. Gli uomini dell’Arma hanno immediatamente iniziato le ricerche dei due aggressori, rintracciati in via dello Zuccherificio a Comacchio. Dalla perquisizione è stato rinvenuto il telefonino rubato e la coppia, su disposizione del magistrato di turno, è stata poi rimessa in libertà.
Fino alla condanna. Nella tarda mattinata di giovedì 13 dicembre, i militari della Stazione di Comacchio hanno infatti dato esecuzione a un “ordine di esecuzione per la carcerazione” per espiazione della pena residua di due anni di reclusione, emesso l’11 dicembre dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Bologna (Ufficio Esecuzioni Penali) a carico di P.P.
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