di Simone Pesci
Cooperazione ieri, oggi e domani. Un filo rosso, questo, che ha unito tutta la cerimonia per il sessantennale di Confcooperative, un compleanno festeggiato in Castello alla presenza delle massime autorità civili e religiose della città.
“Era il 6 dicembre del 1958, quando a pochi metri da qui, in piazza Cattedrale 11, i presidenti di quattro cooperative ferraresi costituivano l’unione provinciale delle cooperative e mutue di Ferrara” apre Roberto Crosara, presidente di Confcooperative Ferrara. Avere 60 anni, tuttavia, non significa essere per forza sorpassati, perchè “se rileggiamo i compiti dell’associazione formulati allora possiamo dire senza esitazione che Confcooperative Ferrara non ha abbandonato la strada maestra scelta dai fondatori. Ha continuato a percorrerla ammodernando i mezzi, evolvendo le strutture, mantenendosi fedele alle finalità e ai valori”.
Stessi principi, per un mutamento globale che ha visto, rendiconta Crosara, la grande “avanzata delle cooperative, i cui soci a livello mondiale sono oggi più di un miliardo e hanno superato i soci delle SpA, mentre a livello nazionale la cooperazione si è rivelata la più resiliente delle forme di impresa. La nostra Regione e provincia sono divenuti territori con maggiore presenza cooperativa al mondo, con una ricchezza prodotta pari al 12% del Pil”.
“Se negli ultimi 20 anni – prosegue nella propria analisi il numero uno di Confcooperative Ferrara – in Europa il divario di produttività fra le regioni più avanzate e più arretrate è cresciuto del 56%, rileviamo con piacere e orgoglio che l’Emilia Romagna, nel suo complesso, diviene la locomotiva d’Italia, superando Veneto e Lombardia per tasso di crescita ed export. Tuttavia, il sistema economico del nostro territorio provinciale non viaggia alla stessa velocità e vede allargarsi il divario con i sistemi territoriali della via Emilia”.
Non è tutto oro quello che luccica, dunque, e Crosara lo sa: “Le disuguaglianze economiche e sociali sono le criticità più rilevanti da considerare e approfondire. Il contrasto a tali disuguaglianze, con politiche di coesione, rappresentano per noi una parte rilevante sulla quale fondare l’azione per il futuro dal nostro territorio”.
Confcooperative, insomma, non smette di pensare al domani nemmeno nel giorno delle celebrazioni, e in attesa di raccogliere le nuove sfide che riserverà il futuro, è pronta ad affrontare il presente, che già di suo porta numerose criticità. Una su tutte è il tema “delle riforme strutturali cieche ai luoghi” commenta Crosara, nel chiedersi, ad esempio, come “possiamo valutare positivamente la riforma delle provincie, se esse oggi devono occuparsi di elementi strutturali con meno personale e poche risorse”.
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